Mezzi busti va bene, doppi no. La Rai blocca i doppi incarichi, basta con la sovraesposizione di conduttori e conduttrici. Facciano una scelta, decidano quale telegiornale o trasmissione preferiscono condurre. Altrimenti interviene l’azienda e saranno (sono già) tagli drastici. Roba seria, finalmente. Il nuovo corso impone decisioni immediate ai conduttori storici e ai direttori e vice direttori, non solo ai mezzibusti che leggono il telegiornale: Gianluigi Paragone, Susanna Petruni, Roberto Giacobbo, Andrea Vianello. Anche lui, il brillante giornalista erede di Marrazzo alla conduzione di “Mi manda Rai3”.
Anche in Rai si danno una regola. Meglio ancora, si comincia a dare corso alle disposizione vigenti. Luigi Gubitosi, il direttore generale, ha emesso la circolare apposita, le numero 005, il 16 gennaio. I giornalisti conduttori di telegiornale e trasmissioni debbono prendere nota. Anzi sono obbligati a farlo: che si attengano al dettato del digì, marcato a vista dal sindacato. Immediati gli effetti: Bianca Berlinguer non appare più a Linea Notte, la trasmissione ideata e condotta su Rai 3 da Giancarlo Mannoni. La direttrice Berlinguer ha chiesto una deroga per andare in video. Il sindacato dei giornalisti Rai è contrario: le disposizioni vanno rispettate alla lettera. Da tutti, nessuno escluso. Vittorio di Trapani, segretario Usigrai, ai primi di marzo ha chiesto alla direttrice del Tg3 di rispettare le regole sui doppi incarichi. Il senso è questo: chi dirige non può andare in video. Bianca Berlinguer non appare più a Linea Notte, ma è presente negli Speciali. Una provocazione o che cosa? “Ho chiesto la deroga per andare in video, prevista peraltro dalla direttiva del direttore generale. Ci sono state le elezioni, la nomina del Pontefice, e ci aspetta un periodo molto complicato. Utilizzerò la deroga con equilibrio”. A sostegno della richiesta, la direttrice del Tg3 sostiene che la sua presenza in video non comporta aggravi economici per l’azienda. Ma non è questo il punto: secondo il sindacato Usigrai il doppio incarico sarebbe nocivo all’occupazione all’interno della Rai. La forza lavoro ne soffrirebbe, scarseggerebbero le occasioni per i giornalisti in attesa di incarico. La cosiddetta mobilità interna. “La mia presenza in video non costituisce un blocco: con la mia direzione sono entrati molti volti nuovi”.
Andrea Vianello ha scelto alla svelta. Senza andare in giro a caccia dell’escamotage o del cavillo. Nominato direttore di Rai3, ha lasciato la conduzione di Agorà a Gerardo Greco. È accaduto il 28 febbraio, con i complimenti e il grazie dell’azienda. “Le regole si rispettano. Nel mio caso c’era un’incompatibilità di tempo. Era davvero impensabile poter fare il direttore di RaiTre e continuare a condurre un talk quotidiano di due ore come Agorà”. Mario Orfeo, direttore del Tg1, è un napoletano sveglio e intuitivo, non solo un giornalista capace, di razza. La disposizione del direttore generale Gubitosi non l’ha preso in contropiede. Aveva già deciso come regolarsi: si limita a sobri e brevi apparizioni in video da ospite. I suoi vice si sono adeguati e in alcuni casi hanno compiuto scelte dolorose. Si è adeguata Susanna Petruni. Ha scelto di non condurre più il Tg1 delle 20 per non perdere la vicedirezione della rete ammiraglia Rai. Il Tg1 è il momento di massimo ascolto durante la giornata, al netto di eventi per così dire straordinari, tipo il Festival di Sanremo o Benigni che parla della Costituzione o dà la personalissima lettura della Divina Commedia. In tempi di crisi l’azienda avverte l’obbligo di risparmiare: posto l’aut aut ai mezzibusti con ruoli dirigenziali e/o ai direttori di rete conduttori di programma. Si prospettano tempi duri per gli accaparratori di incarichi. Roberto Giacobbo, vicedirettore di RaiDue, non vorrebbe abbandonare la conduzione di “Voyager”. Sarà obbligato a farlo, con grande delusione di Maurizio Crozza, costretto a rinunciare all’esilarante parodia di Kazzenger. Il comico ha incassato i complimenti sinceri di Giacobbo. Il vicedirettore spera ancora di schivare l’aut aut. “Il programma compie dieci anni, va bene, conta 145 mila “mi piace” su Facebook. Io sono vicedirettore alla divulgazione, non so se posso fare le due cose insieme”. Una scelta all’inverso è quella di Gianluigi Paragone, il conduttore di “L’ultima parola”. Lascia la vicedirezione di RaiDue e resta in video. “Preferisco fare il giornalista, raccontare le storie”. Ha deciso in 48 ore, nessuna intenzione di tornare indietro. Anche perché il direttore generale va avanti come un treno. In tempo di crisi, anche la Rai è tenuta all’uso e all’impiego del telecomando. Canale unico per i mezzibusti e direttori a Viale Mazzini.
































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