Il nuovo processo per l’omicidio di Meredith Kercher entrera’ nel vivo la prossima settimana, ma lontano dall’aula dell’assise d’appello di Firenze. Il 10 ottobre, a Roma, nella sede dei carabinieri del ris, i periti della Corte e i consulenti delle parti analizzeranno la traccia di dna trovata sul coltello sequestrato in casa di Raffaele Sollecito e non ancora esaminata. Si tratta di uno dei due passaggi suggeriti nella sentenza con cui la Cassazione ha annullato le assoluzioni di Sollecito e Amanda Knox e ha disposto un nuovo processo di appello. Sul coltello – che l’accusa ritiene essere l’arma del delitto – vennero rilevate alcune tracce: una prima, scrivono i giudici della suprema corte, ”attribuita senza contestazioni alla Knox”, una seconda, sulla lama ”attribuita con forti contestazioni alla vittima”, e una terza, sempre sulla lama, che non venne sottoposta a indagini genetiche perche’ ritenuta in quantita’ insufficiente per offrire un risultato affidabile.
Per la Cassazione non analizzarla fu un errore: il 10 ottobre quella terza traccia sara’ quindi oggetto di esame. Il presidente della Corte d’assise d’appello di Firenze, Alessandro Nencini, ha chiesto ai periti di valutare se sia in quantita’ sufficiente all’analisi e, se lo e’, di esprimersi ”sull’attribuzione della traccia, se sia riconducibile a Meredith” o a Rudy Guede, gia’ condannato per l’omicidio. Gli stessi avvocati, sia della difesa sia di parte civile, non sembrano attendere da questa perizia risposte decisive: ”Spero che dia dei risultati – ha spiegato uno dei difensori di Sollecito, l’avvocato Giulia Bongiorno – perche’ emergerebbe ancora di piu’ l’innocenza di Sollecito”. Mentre il difensore di Amanda Knox, Luciano Ghirga, si e’ detto certo ”che si tratti solo di amido”: il coltello e’ di quelli usati per tagliare il pane.
Il legale della famiglia Kercher, l’avvocato Francesco Maresca, non si fa illusioni: ”Non penso che possa spostare le cose”. Se i periti troveranno tracce esaminabili, i risultati saranno illustrati nella prossima udienza, il 6 novembre. Altrimenti, quel giorno iniziera’ la discussione, con la requisitoria del sostituto pg Alessandro Crini. L’udienza di oggi e’ servita anche a sbrigare l’altro passaggio procedurale chiesto dalla Cassazione: la nuova testimonianza di Luciano Aviello, ex collaboratore di giustizia, detenuto, che e’ stato compagno di carcere di Sollecito. Durante il processo di appello, a Perugia, Aviello accuso’ il proprio fratello (deceduto) dell’omicidio di Meredith, che sarebbe stato compiuto durante una rapina. Poi, in un interrogatorio con i pm, ritratto’. Oggi ha ritrattato la ritrattazione, tornando ad accusare il fratello. Per quelle sue dichiarazioni, ritenute prive di valore sia dall’accusa sia dalle difese, Aviello e’ in attesa di processo per calunnia. Anche oggi in aula non c’erano gli imputati. Amanda si tiene aggiornata scambiando continui sms col suo difensore. Sollecito potrebbe arrivare a Firenze per le udienze di novembre quando, ha assicurato l’avvocato Bongiorno, fara’ ”una dichiarazione spontanea”.































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