Nel mio ultimo articolo l’avevo scritto alla fine, tra parentesi, che non ci fidavamo delle affermazioni indiane circa la negazione dell’attuazione della pena di morte contro i due Marò italiani; così è: regna il caos più assoluto! Stavo pertanto per esternare una mia ulteriore sensazione, quando mi è pervenuta una lettera da parte del mio amico e collega-cadetto dell’Accademia di Modena, Giorgio Segala, Generale proprio di quel corpo dell’esercito “lagunari” vicino a quello dei Marò della Marina, il quale, tra l’altro, ha partecipato per un paio d’anni all’intervento armato italiano in Irak a fianco delle truppe americane. Egli mi ha anticipato su di una paura razionale che stavo per esternare. Riporto il suo scritto (tra parentesi ho omesso i riferimenti personali):
Caro Roby,
(….omissis…) Ti dico io cosa succederà: i due Marò saranno condannati a morte e poi rispediti in Italia, passandolo come un gesto di buona volontà (da parte indiana). I Marò non saranno giustiziati! La nostra Italia sarà stata giustiziata. E noi saremmo complici di questa condanna a morte! Non abbiamo mosso un dito in difesa della nostra Patria, in barba al giuramento fatto in Accademia. Un giorno un mio subordinato mi disse: “Signor Tenente, si ricordi: potete avere tutte le stellette che volete, tutte le medaglie che volete, ma se non vi prenderete cura di sostenere i vostri uomini nei momenti difficili non sarete mai dei comandanti con la C maiuscola, non sarete mai degli Ufficiali con la U maiuscola”,
Il giuramento fatto 50 anni fa si estingue con la morte e non con la pensione. Bene, prendiamone atto una volta per tutte che non siamo migliori degli altri, anzi veniamo meno ad un giuramento solenne che la gran parte dei quaquaraqua non ha mai fatto. Mi dispiace, ma non è un Buon Anno Nuovo.
Questo è un profondo ed acerrimo rammarico personale di Giorgio (tra l’altro suggestionato dai commenti che all’estero – in tutto il mondo – fanno ridicolizzando l’Italia) determinato dalla sensazione di non poter fare nulla contro una mostruosità simile, messa in scena da parte di uno Stato inefficace, sbadato, che corre dietro, magari, alle problematiche esistenziali sulla sessualità individuale e si dimentica di due militari trattenuti all’estero contro le chiare norme internazionali sulla navigazione in acque internazionali. Penso anche io che i Marò saranno condannati e poi rispediti a casa. L’India farà la parte dell’offesa dai due marò, ma apparirà buona nel rimandarli a casa, colpevoli! L’Italia accumulerà l’ennesima figuraccia di merda di cui già parlammo un anno fa, ma forse qualche pezzo grosso ex-militare riuscirà a vendere gli elicotteri all’India, acquisendo una prestigiosa posizione aziendale.
Tutta questa situazione appare una manfrina di bassissimo livello che porta l’orgoglio nazionale (non solo militare) sotto i tacchi, aspettando la prossima azione di forza che qualsiasi minuscolo, sconosciuto Stato d’Africa o d’Asia, effettuerà contro l’Italia: tanto sarà sicuro di ottenere ciò che vuole.
































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