Il governo Italiano in questi giorni e’ alle prese con la legge di Stabilita’, la famosa vecchia Finanziaria: una corsa contro il tempo e contro la difficolta’ di trovare le risorse per abolire la seconda rata dell’IMU e per ridurre il cuneo fiscale. Una guerra di numeri che vede come protagonisti il ministro Saccomanni e Letta, una messa in scena per confondere le acque e magari addurre come eventuale alibi l’impossibilita’ di un miracolo. In realta’, qualche conto ragionieristico sulle voci di uscita e di entrata risolverebbe il problema, e non saremmo di fronte a un miracolo.
Quando in una famiglia lo stipendio non riesce a coprire le spese, si fanno dei tagli al bilancio familiare, si riducono i giorni di vacanze, i viaggi e le cene fuori con gli amici, si trova il modo di risparmiare sulle bollette, si comprano più libri e meno vestiti più o meno griffati.
Al governo tutto si fa tranne che guardare le voci di bilancio dello Stato.
Prendendo come esempio il bilancio della Camera, numeri grandi che saltano all’occhio, si puo’ fare una semplice considerazione, come farebbe qualsiasi mamma al mercato della frutta, in proporzioni certamente diverse: e’ mai possibile che tra tutti questi numeri non si trovi il modo di rinunciare a qualcosa?
Ho selezionato le voci che secondo me possono essere ritoccate al ribasso, anche se non sono un commercialista ma una persona comunque abituata a lavorare su costi e ricavi di un’azienda privata. Mettiamo sotto esame i capitoli di Bilancio della Camera:
Cap. 5 – Rimborso delle spese sostenute dai deputati per l’esercizio del mandato parlamentare:
Rimborso spese di viaggio ai deputati 8.449.928,00.
Rimborso spese di soggiorno 26.513.288.
Non voglio fare demagogia, ma gia’ nel caso dei viaggi (molti dei quali magari inutili), invece di andare negli alberghi a cinque stelle o nei relais di lusso, questi signori potrebbero dormire anche in alberghi convenzionati o scelti con cura, altrettanto eleganti ma sobri e adeguati a un uso istituzionale! E’ cosi’ difficile accettare di essere considerati cittadini normali?
Cap. 55 – Spese per la locazione di immobili Locazione uffici 25.396.767,64
Anche qui: e’ possibile che l’ingente patrimonio statale non abbia spazi per adibire ad uffici le sedi dei partiti o dei parlamentari che operano a Roma? O la strategia che si segue e’ piuttosto quella di far girare l’economia a vantaggio dei grandi costruttori, Ligresti e Caltagirone in primis? Permetteteci il dubbio.
Cap. 65 – Spese per servizi di pulizia e igiene.
Servizi di pulizia 6.942.951,00. A questo riguardo, una massaia sarebbe vera maestra nel ridurre i costi su questa voce, credo che ci sia un bel po’ di margine di riduzione e che molte ditte appaltate ci guadagnino sopra il lecito; pensiamo a quello che e’ venuto fuori dalla reggia di Arcore, sui famosi "fagiolini" da 80 euro al chilo. La "cresta" sugli acquisti di detersivi e prodotti vari e’ una variabile da considerare.
Cap. 90 – Spese per servizi di stampa degli atti parlamentari
Stampa pubblicazioni 6.055.000,00
Siamo nell’era del digitale, ormai tutto si fa attraverso il PC, e’ mai possibile che non riusciamo a portare tutto su Internet? Qualcuno mi risponderà che i servizi telematici della Camera sono già attivi, basta un click, ma guardando questo capitolo di spesa penso che si possa fare ancora di più.
Cap. 100 – Spese di trasporto Trasposto Aerei 8.400.000,00. Trasposto circoscrizione estero 950.000,00
Anche su questa voce non credo che non ci siano margini di riduzione; riparto sempre dalla famiglia: un viaggio in meno e una classe diversa forse riduce abbastanza. Letta al programma domenicale di Giletti, l’Arena, ha detto che si stanno riducendo i costi delle auto blu e degli aerei di Stato, ottima decisione, ma non crede, signor Primo Ministro che si può fare di più? Ai parlamentari esteri ricordo che il loro mandato prevede di stare in Parlamento e non andare in giro sempre, o di usare le missioni per altri scopi.
Mi fermo qui anche perche’ l’elenco sarebbe lungo. Credo che ogni parlamentare abbia l’obbligo morale e civile per fare di più, e se non si puo’ dare la colpa di questi costi al singolo deputato, tocca alla istituzione nel suo complesso trovare il modo di superare gli scandali di condotte fuorvianti giudicate legittime, e rispondere alle proteste dei cittadini; stiamo parlando dello stesso Stato che tassa fino all’esasperazione la gente comune.
Il totale di queste voci fa 106.083.117,73; se riuscissimo a fare una riduzione del 5% avremmo in cassa ben 5 milioni di euro in più da reinvestire nel lavoro e nella crescita. Un Paese serio questi cambiamenti li fa a prescindere dalla situazione economica contingente.
La verità e’ che non c’e’ nessuna volontà politica al riguardo, perché toccare i privilegi della classe politica e’ come toccare gli interessi delle Banche e del Vaticano, per dirne un paio. Caro Letta, non e’ populismo questo, e’ desiderio di progresso, di civilta’ e di giustizia.
































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