Primo via libera allo ‘Schema di garanzie per i giovani’ per combattere la disoccupazione e il fenomeno dei ‘Neet’, i ragazzi che non solo non lavorano ma ne’ studiano ne’ si formano. I ministri del lavoro dell’Ue, a nemmeno tre mesi dalla proposta della Commissione, hanno adottato un approccio comune a favore dell’istituzione del nuovo meccanismo, in attesa del via libera formale in primavera. Lo Schema, mutuato da Austria e Finlandia, prevede che tutti giovani sotto i 25 anni, entro 4 mesi dalla fine scuola o dalla perdita del lavoro, si vedano offrire un lavoro, un tirocinio, una formazione o un nuovo percorso educativo. L’Ue ha previsto di co-finanziare questo nuovo sistema con i fondi sociale e di coesione, e con 6 miliardi appositamente stanziati per il 2014-2020 a favore delle regioni europee dove la disoccupazione giovanile supera il 25%.
Tocca ora agli stati membri ‘tradurre questo accordo in azioni concrete il piu’ rapidamente possibile’, ha ammonito il presidente dell’esecutivo comunitario Barroso. Perche’ lo Schema di garanzie non ha un valore legale vincolante, ma di raccomandazione. ‘E’ di cruciale importanza che gli stati membri attuino misure per farlo diventare realta”, ha sottolineato anche il commissario Ue agli affari sociali Lazslo Andor. Per la presidenza irlandese dell’Ue la migliore garanzia che i Paesi membri attuino realmente gli impegni e’ il fatto che ‘non abbiano altra scelta’ a fronte del rischio di una ‘generazione perduta’. Bruxelles, comunque, per non lasciare soli i governi nazionali non esclude l’invio di team di esperti come quelli spediti l’anno scorso in alcuni Paesi (tra cui l’Italia). Sono inoltre previste azioni di monitoraggio, scambi di buone pratiche e cooperazione nel preparare la programmazione dei fondi Ue. Un ruolo importante, poi, sara’ svolto anche dalle raccomandazioni Paese per Paese che la Commissione presentera’ a maggio e dagli impegni nell’ambito del semestre europeo.
































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