"Ogni giorno Renzi indica nemici perché è in grave difficoltà sulla legge di stabilità e deve parlare d’altro. Ma così fa precipitare tutto. E il rischio del voto in primavera si fa concreto". Lo afferma Stefano Fassina, esponente della minoranza del Pd, in una intervista a Il Fatto. E sostiene che l’emendamento del governo "toglie diritti ad alcuni senza migliorare la posizione di tutti gli altri. La legge delega non prevede il disboscamento della giungla di contratti precari, se non in modo eventuale. Poi c’è la possibilità del demansionamento dei lavoratori. Senza dimenticare la riforma degli ammortizzatori sociali: nella legge c’è scritto che deve avvenire a risorse invariate. Significa redistribuire soldi già insufficienti a una platea molto più larga".
"Gli investitori stranieri rimangono lontani per l’assenza di domanda o per altri problemi cronici come la corruzione, la pressione fiscale e i tempi troppo lunghi della giustizia. L’articolo 18 non c’entra nulla".
Sulla minaccia del decreto commenta: "E’ un modo singolare di affrontare i problemi". Fassina sostiene che "il governo è in grande affanno, perché non ha ottenuto nulla da Bruxelles. E allora il mio timore è che voglia usare i soldi per la cassa integrazione in deroga, facendo finta di aver trovato le risorse per gli ammortizzatori".
Discussione su questo articolo