Nel prendere atto responsabilmente e seriamente dei vari appelli al voto, che si susseguono in questo ultimo periodo prima delle imminenti elezioni in Italia attraverso i vari organi di stampa da parte dei partiti politici italiani nonche’ da parte dei nostri candidati rappresentanti degli italiani all’estero mediante l’ufficializzazione della loro candidatura, rispondiamo lanciando il presente contrappello.
Non solo per un nostro opportuno orientamento, ma anche per un preciso quadro di riferimento iniziale e successivo ad essi, noi italiani all’estero votanti, chiediamo un loro esplicito, concreto, preciso ed ufficiale pronunciamento, in merito alle seguenti nostre istanze, che trovano la loro ragione d’essere nelle due considerazioni di fondo di cui alle lettere A e B che le precedono, attraverso i medesimi organi di stampa a loro scopo utilizzati.
a) Percepiamo una politica di ostilità, che si manifesta attraverso una graduale e progressiva indifferenza nei nostri confronti da parte del Parlamento ed anche, ultimamente, dalla maggior parte dei Comuni italiani, che non puo’ trovare come un’unica giustificazione l’attuale crisi economica, che, tra l’atro, attanaglia anche noi all’estero. Una politica di indifferenza alle tante nostre disattese questioni tuttora aperte, di riduzione progressiva dei servizi e di iniziative di tipo culturale. Caratterizzata anche da una intenzionalità quasi "estorsiva" sottoponendoci al pagamento di oneri eccessivi, discriminatori ed ingiusti, coinvolgendoci in una situazione nazionale "strana" e “particolare", per molti versi penalizzante e frustrante sia sotto il profilo affettivo che finanziario. Con il passare del tempo e con l’evoluzione progressiva di questa caratterizzazione affiora a livello latente un sentimento di disaffezione le cui conseguenze potrebbero sfociare in un graduale fenomeno generalizzato a discapito dell’interesse comune. Ne’ giustificati ne’ sostenibili, nè oggi da parte nostra nè prevedibilmente in futuro da parte dei nostri figli, sono gli oneri che da essa conseguono.
b) Desideriamo una politica che offra, a noi ed ai nostri figli, la possibilità di vivere la nostra italianità attraverso il perdurare e il nascere di un contatto fisico con il nostro territorio per conservare, proseguire, approfondire il nostro legame affettivo, culturale, linguistico, come patrimonio della nostra generazione, dei nostri figli e del nostro Paese.
Avvicinare gli italiani e l’italianità diffusa nel mondo all’Italia e non solo ed esclusivamente una politica di trasferimento dell’italianità all’estero. Attuare seriamente una politica concreta di avvicinamento all’Italia o di riavvicinamento verso l’Italia, non di fuga dall’Italia. Nè una politica che alimenti il nascere di un sentimento di paura da parte nostra, dei nostri figli e di tanti che apprezzano il nostro Paese sotto tanti punti di vista. Ne’ una politica di emarginazione e di provocazione all’abbandono.
Ciò premesso, ai fini di rendere palese un’inversione di tendenza rispetto a quanto denunciato alla lettera A, e per attuare quanto proposto nella lettera B, considerato che il punto di riferimento logistico, nostro e dei nostri figli, per il presente ed il futuro, è costituito dalle nostre abitazioni in Italia, chiediamo al Parlamento italiano, attraverso i partiti italiani ed ai nostri rappresentanti all’estero:
a) l’assimilazione della nostre case alla prima casa dei nostri concittadini in Italia per quanto riguarda l’Imu;
b) la riduzione degli oneri tributari, Tarsu e similari, in modo proporzionale ai servizi che ci vengono erogati sulla base della quantificazione del loro utilizzo;
Ai nostri candidati all’estero chiediamo di precisare, nell’eventualità di un loro riscontro, in tempi utili, se parlano a titolo personale o del partito o della lista di cui loro sono rappresentanti.
Nel rendermi promotore di questo contrappello, mi arrogo, consapevolmente, il diritto di parlare a nome di tanti altri connazionali, che, suppongo, possano condividere il mio punto di vista e le richieste avanzate. A coloro che non dovessero riconoscersi in esso, chiedo invece il rispetto della dignita’ che si deve ad ognuno di noi, delle sue idee e della sua liberta’ lasciando loro, ovviamente, l’ampia possibilita’ di dissentire.
































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