Roma – “Tornare alle urne sarebbe una tragedia perché dimostrerebbe il fallimento della classe politica. Gli elettori hanno sempre ragione, hanno deciso esprimendo un consenso per il centrosinistra maggioritario ma non sufficiente a governare il Paese da soli e, a questo punto, penso debba prevalere la ragionevolezza”. Con queste parole Gianni Farina, deputato Pd rieletto nella ripartizione estera Europa, commenta l’attuale fasi di stallo parlamentare. “Se andiamo a elezioni ci perdiamo tutti perché il cittadino sarebbe giustamente scandalizzato dall’insensibilità dimostrata di fronte all’attuale grave crisi economica che rischia di trasformarsi in crisi sociale con conseguenze e reazioni drammatiche. Tra i compiti della classe politica rientra la capacità di saper trovare i necessari accordi per fare il bene del Paese”.
Se Grillo continua a negare qualsiasi forma di collaborazione, l’unica alternativa sarebbe un accordo con Berlusconi. “Assolutamente no – dichiara Farina -, ritengo che Berlusconi non abbia più le qualità minime indispensabili e morali per poter prendere parte a un’azione di governo anche alla luce delle ultime notizie drammatiche e dell’attacco della magistratura. Il Pdl ora parla addirittura di Aventino, Berlusconi è colpevole di quello che ha fatto e quindi un governo con lui è improponibile; senza di lui, tutto è possibile”. “In un paese normale – conclude Farina – si attuerebbe un governo di unità nazionale capace di realizzare non solo la riforma elettorale, ma anche le grandi trasformazioni che questa situazione economica e sociale impone, ad esempio incentivare le imprese con lo snellimento della burocrazia, la diminuzione dei parlamentari, l’annullamento delle province, la riduzione consigli regionali e la trasformazione del Senato in un’assemblea composta da un centinaio di membri già consiglieri regionali. Possiamo fare tutto questo con un governo di unità nazionale che, però, prescinde dal rapporto con Berlusconi e con tutto ciò che lui rappresenta”.
“L’atteggiamento di Grillo è vergognoso, non si assume la responsabilità di essere primo alla Camera”. Non usa mezzi termini il presidente del Maie rieletto alla Camera nella ripartizione Sud America Ricardo Merlo, aggiungendo che “quando fai parte di un governo hai la possibilità di realizzare le tue proposte, dire di no significa dimostrare un atteggiamento politico adolescente e capriccioso”. “Grillo rappresenta la nuova casta politica, mette gli interessi del partito al di sopra dell’interesse degli italiani. Il problema di fondo non è solo la legge elettorale, ma anche il sistema dei partiti italiani, con il premio nazionale su base regionale può accadere che vinca una coalizione alla Camera e un’altra al Senato. Quando si fa politica è indispensabile capire che il dialogo tra diversi partiti è necessario, con il suo atteggiamento che punta al cento per cento Grillo è diventato la vera anomalia. Il suo è un capriccio politico, noi non abbiamo bisogno di una casta politica ma di una classe politica che porti l’Italia di nuovo in alto”. “Mi chiamano in continuazione giornalisti dal Sudamerica per capire che cosa stia succedendo – racconta ancora il deputato -, ci mancava solo Grillo per danneggiare ulteriormente l’immagine dell’Italia nel mondo. In questa situazione è difficile mettersi d’accordo. Noi siamo pronti per nuove elezioni, siamo convinti che prenderemo ancora più voti sia in Sud America che in tutte le altre ripartizioni, ad esempio in Australia, dove non abbiamo ottenuto un deputato e un senatore solamente per pochi voti”.
“Dopo il risultato elettorale è necessario attendere la sua evoluzione naturale, le consultazioni con il capo dello Stato e il mandato al segretario Bersani” commenta il deputato Pd appena rieletto in Australia Marco Fedi. “Andare a elezioni anticipate senza aver modificato l’attuale legge elettorale è un errore fatale, è necessaria la creazione di un governo in grado di realizzare almeno le riforme che non siamo riusciti a fare nella scorsa legislatura per colpa del Pdl”. “Questa legge elettorale rischia di consegnarci un dopo elezioni altrettanto instabile. Ritengo che, una volta eletti i presidenti della Camera, del Senato e delle commissioni, si potrà dipanare anche la nebbia che attualmente sembra avvolgere la situazione parlamentare”. “Se l’atteggiamento di Grillo rimarrà tale – conclude Fedi – il ritorno alle urne sarà inevitabile, nonostante sia da scongiurare. Non siamo preoccupati per la nostra posizione personale, ma per la situazione del Paese. Dobbiamo fare tutti uno sforzo per compiere le riforme urgenti e tornare alle urne in un quadro normativo più chiaro”.
Guglielmo Picchi, unico deputato PdL eletto all’estero, taglia corto: "All’estero non vediamo l’ora di tornare al voto". L’azzurro va contro corrente. "Credo che se non si mette da parte la campagna elettorale e non ci si concentra sul bene del Paese, con un patto tra Pdl e Pd di dieci punti da realizzare in due-tre anni, sia inderogabile tornare subito al voto. Se, come sembra, il Pd deciderà di non accordarsi con il Pdl, è destinato a pagare lo scotto alle prossime elezioni dando un’ulteriore spinta all’antipolitica e alla paralisi". Se invece la legislatura riuscirà a decollare, Picchi, confermato alla Camera con 20650 preferenze, si augura, sui temi che interessano gli italiani nel mondo, di trovare man forte negli altri under 40 eletti all’estero nella XVII legislatura, a partire dai giovani sudamericani Renata Bueno (Usei) e Mario Borghese (Maie): "Non li ho ancora incontrati ma con questo rinnovamento mi auguro si possa ragionare insieme su come finanziare il mondo degli italiani all’estero, per esempio con un comitato bicamerale che si occupi dei corsi di lingua italiana".
































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