I Comites? Non li conosce nessuno. Non è una novità, per chi segue ItaliaChiamaItalia da tempo: quante volte abbiamo scritto che questi organismi così come sono non servono di fatto a nulla? Eppure c’è chi si aggrappa allo status quo e li difende come fossero istituzioni senza le quali gli italiani nel mondo non potrebbero proprio vivere. Noi che ci occupiamo di italiani all’estero ogni giorno, sappiamo bene che la stragrande maggioranza dei connazionali che vivono oltre confine dei Comites – quando sanno cosa sono – se ne fregano altamente.
Anche oltre confine esiste una vera e propria casta: è la casta degli italiani nel mondo o meglio degli addetti ai lavori, dei giornali fantasma che ciucciano soldi allo Stato, delle associazioni che ricevono ingenti contributi da Stato o Regioni e se li pappano tutti mentre se ne sbattono della promozione del BelPaese. Certo, per fortuna esistono anche editori seri, associazioni di tutto rispetto, ma, se si scava a fondo, ci si rende conto che purtroppo sono una minoranza.
A “L’aria che tira”, su La7, un breve servizio – un video che vi proponiamo in questa pagina – ha raccontato anche quanto ci costano gli eletti all’estero (un calcolo che Italiachiamaitalia.it ha fatto ormai anni fa, e il risultato finale è lo stesso): decine di milioni di euro per mantenere 18 parlamentari eletti dagli italiani nel mondo, che godono di stipendi di lusso e privilegi vari, come tutti gli altri loro colleghi nazionali, ma che hanno diritto anche a qualcosa in più, come un volo settimanale – rigorosamente di prima classe – verso la loro ripartizione elettorale. Eh sì, magari dal 2006, da quando sono stati eletti per la prima volta a Roma 18 rappresentanti degli italiani all’estero, non hanno combinato granchè: però, ragazzi, quanto ci sono costati!
Una curiosità: Antonio Razzi, oggi senatore azzurro ma entrato la prima volta in Parlamento nel 2006 grazie alla candidatura con l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, viene indicato come esempio (in negativo), come a dire "ecco chi sono gli eletti oltre confine e che tipo di persone scelgono gli italiani nel mondo per farsi rappresentare a Roma". Una strumentalizzazione, da parte del programma di La7, ma certamente anche una verità: diversi eletti all’estero – da Razzi a Caselli, fino ad arrivare a Di Girolamo – hanno contribuito a fare in modo che la percezione da parte dell’Italia nei confronti degli italiani nel mondo e dei loro rappresentanti fosse davvero pessima.
































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