Nel 1890 Buena Vista era un piccolo villaggio che provava a crescere parallelamente a Miami. Lì ci abitavano soprattutto i ‘Florida crackers’, i discendenti dei pionieri dell’era coloniale inglese. I primi arrivarono nel 1793 quando la Spagna aveva appena ceduto la Florida alla Gran Bretagna: perchè il nome cracker? Era usato durante il periodo elisabettiano per descrivere gli ‘spacconi’, crack significava ‘conversazione, intrattenimento’. Ma tornando a Bella Vista, nel 1924 venne annessa a Miami e il Design’s District, storicamente ne faceva parte, ma adesso quella parte di Miami, che si trova a nord di Downtown e a sud di Little Haiti, si è trasformata nella culla del fashion. Poco più di 3.500 abitanti, in quelle strade ci sono 130 gallerie d’arte, showrooms, studi di celebri architetti, antiquari, ristoranti, bar e tutte le grandi firme mozzafiato della moda mondiale. Si tratta di una zona che sta crescendo con una caratteristica speciale: il lusso. Con la costruzione dei nuovi edifici che sta continuando, i nomi più importanti del fashion stanno aprendo le loro boutique, una dietro l’altra.
Oltre 40 marchi legati al ‘luxury’ hanno inaugurato le proprie rivendite in questa parte di Miami che va dalla celebre Biscayne Boulevard e North Miami Avenue e tra la 38th e la 42th street. "Ogni settimana o quasi c’è l’inaugurazione di una nuova boutique" spiega Craig Robins, amministratore delegato e presidente della Dacra, la società immobiliare che ha guidato la trasformazione di un quartiere che era quasi fatiscente. Dal nulla a edifici che, sia all’esterno che all’interno, mostrano elementi architettonici insoliti e creativi, quasi unici, come del resto poi lo sono i prodotti in vendita nel Miami Design’s District. "È qualcosa che Miami non aveva mai visto prima – continua Robins – tutti i marchi presenti qui sono ispirati a creare qualche cosa di nuovo e diverso. È avventuroso".
Un insieme così di grandi nomi che fa ricordare la celeberrima ‘Fifth Avenue’ di New York City. Perchè qui c’è anche Tiffany & Co., la gioielleria dei sogni, che ha aperto la sua boutique venerdì scorso e che al Miami Design’s District avrà nelle proprie vetrine opere d’arte di artisti contemporanei, selezionati dal design director della società, Francesca Amfitheatrof. Ecco allora David Altmejd, Paul Fagerskiold, Richard Louderback e direttamente da Miami anche Michele Oka Doner. La boutique di Tiffany, sue due piani, sarà la prima fronte strada in South Florida e Frederic Cumenal, presidente della società, ha definito l’edificio ‘un tributo alla visione e alla creatività delle fiorenti arti e alla comunità del design di Miami’. Ma a caratterizzare questa nuova esplosione di lusso sfrenato, non potevano mancare le grande firme italiane.
Accanto a Cartier, Louis Vuitton ecco che si va da Valentino a Prada, da Giorgio Armani a Fendi, Ermenegildo Zegna, poi ancora Emilio Pucci, Bulgari, Versace, ma anche Billionaire, il marchio di Flavio Briatore. A pochi passi da Tiffany & Co. ci sono i 2.800 metri quadrati del mega store di Ermenigildo Zegna che si rifà alla boutique di Milano. Sviluppato dall’architetto Peter Marino raccoglie anche diverse opere d’arte compreso un dipinto dell’artista italiano Ettore Spalletti. L’ispirazione, ha spiegato Gildo Zegna, Ceo della società, arriva dal lanificio di famiglia che si trova ovviamente in Italia, a Trivero, in provincia di Biella, e ha oltre cent’anni di vita.
Non lontano poi c’è Valentino, sotto la guida dei ‘creative directors’ Maria Grazia Chiuri e Perpaolo Piccioli e l’architetto inglese Sir David Chipperfield e il suo team: si tratta di oltre 445 metri quadrati, sempre su due piani, con terrazze in stile veneziano e marmo di Carrara. È l’unica boutique di Valentino dove il terrazzo si trova sia all’esterno che all’interno dello store. "È una autentica ispirazione che include una architettura internazionale – sottolinea Robins – il Design’s Distric è una specie di combo, di unione tra lo stile che si può trovare a SoHo e la potenza della Fifth Avenue, perché quello che vogliamo sperimentare è cultura e commercio assieme. La nostra aspirazione? Se si viene a Miami si deve andare a visitare il Design’s District". Ma riuscirà l’unione tra l’architettura sperimentale con la new wave di designers inusuali a traslarsi in più clienti e quindi vendite? "I lavori sono ancora in corso – ha spiegato Cynthia Cohen consulente di vendita al dettaglio, presidente di Strategic Mindshare – ma ha il potenziale per diventare una destinazione per lo shopping".
































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