I fumetti italiani sbarcano in America. Ma dalla parte più importante, quella dell’insegnamento. C’è stata una competizione negli USA per avere la Scuola Internazionale dei Comics, in finale ci sono arrivate tre città, San Francisco, Miami e Chicago ed è stata proprio quest’ultima ad aggiudicarsi la gara e la prima sede fuori dai confini italiani della ‘Scuola’ avrà come sede proprio Windy City. E’ stato Dino Caterini, fumettista e fondatore della Scuola Internazionale dei Comics, a compiere la scelta finale e a far pendere l’ago della bilancia verso la città dell’Illinois è stato il Maestro Riccardo Muti, che lì dirige la ‘Chicago Symphony Orchestra’. Dato il travolgente entusiasmo e l’affetto con il quale gli abitanti di Chicago hanno accolto il Maestro Muti non mi sorprende che Caterini abbia avuto la lungimiranza di fare questa scelta – ha spiegato Silvio Marchetti, direttore dell’Italian Cultural Institute di Chicago – la nostra città e la comunità culturale trarranno un grande beneficio da questo unico export della cultura italiana. La cosa più importante è che tutto il Midwest avrà la rara opportunità di usufruire di una autentica scuola d’arte europea. La ‘Scuola’ ha già previsto di iniziare le lezioni in ottobre, in West Hubbard Street, ma già il 22 marzo sarà possibile visitare i locali che ospiteranno la Scuola Internazionale dei Comics, al termine della visita attraverso il website si potrà effettuare l’iscrizione. A Chicago gli studenti avranno l’opportunità di effettuare un corso di tre anni, con metodi di insegnamento che risalgono al 15esimo secolo e con lezioni riguardanti l’illustrazione, fumetti, animazione, scrittura creativa, storyboard il tutto per 9.000 dollari l’anno. Gli studenti poi avranno la possibilità di effettuare ‘programmi di scambio’ con le sedi italiane della scuola. Anche per quello che riguarda gli insegnanti, ci sarà un mix tra professori americani e italiani e, nel giro di tre anni, ci si attende di arrivare a 300 iscritti.
Chicago ha già comunque alle spalle una propria storia nel campo delle scuole d’arte a cominciare dalla School of the Art Institute e la Columbia College: da quest’ultima poi sono usciti Genndy Tartakovsky e Lane Tech che hanno creato due serie, trasmesse da Cartoon Network, e cioè ‘Dexter’s Laboratory’ e ‘Samurai Jack’. Ecco che così Chicago si appresta a diventare la decima sede della Scuola italiana, creata nel 1979 da Dino Caterini nel 1979: ha cominciato da Roma, poi si sono aggiunte Firenze, Jesi, Torino, Pescara, Padova, Reggio Emilia, Brescia e Napoli. Ora le sedi sono 10 e quella di Chicago è anche la prima fuori dai confini italiani. La ‘Scuola Internazionale di Comics, Accademia delle Arti Figurative e Digitali’ ha ormai 34 anni di vita e attualmente Dino Caterini, estroso e fantasioso artista del fumetto, occupa il ruolo di direttore generale. Nata come studio di fumetto e sceneggiatura, la scuola col passare degli anni si è trasformata in una vera e propria factory di nuovi talenti. Anche i corsi si sono moltiplicati, estendendosi anche ai settori dell’illustrazione, della grafica, del cartone animato 2D e 3D, della grafica 3D, del web design. Dalla ‘Scuola’ sono usciti tanti ‘fumettisti’, compresa anche Sara Pichelli che recentemente ha lavorato per il colosso USA Marvel per la produzione del celeberrimo ‘Spider-Man’. La ‘Scuola’ è strutturata proprio come una ‘bottega artigianale’ dei tempi moderni, una evoluzione del sistema di apprendimento che era usato decine di anni fa. E nel giro di pochi anni, solo per riferirsi al periodo più recente dell’attività della ‘Scuola’, numerosi sono stati gli ospiti illustri che sono passati nelle aule da Roma a Napoli: a cominciare da Bryan Talbot, poi Dave McKean, Phil Hale, Jim Lee, Ivo Milazzo, Roberto Innocenti, Don Rosa e Paul Karasik che attualmente svolge l’attività di docente nel corso di fumetto. E assieme alle indubbie qualità degli insegnanti, ai sistemi, la volontà di portare avanti la struttura-bottega ha fatto della ‘Scuola’, che si può definire come una università del fumetto, un punto di riferimento unico che ora è pronto ad accettare anche la sfida americana.
































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