Caro Aldo, leggo un comunicato nel quale ribadisci la tua estraneità ai crimini a te addebitati dalla Magistratura, che termina con questa frase: "Mi auguro che un domani quando verrà fatta chiarezza su questa vicenda, mi verrà data la stessa attenzione che mi è stata data in queste ore". Non farti illusioni, una volta nella gogna, sempre nella gogna. Io non posso sapere se tu sia innocente o colpevole. Per simpatia istintivamente ti assolvo, ma purtroppo non è la simpatia o l’antipatia il metro di giudizio in base al quale valuta la Magistratura. Speriamo che tutto si risolva per il meglio e facciamo un salto temporale: è risultato inequivocabilmente che tu sei innocente e puro come l’acqua. Forse, e ripeto forse, la notizia verrà data con un trafiletto in ennesima pagina. Nel frattempo, giorno dopo giorno, il tuo sputtanamento sui telegiornali, i giornali e soprattutto internet continuerà per sempre. Ogni volta che qualcuno cercherà "Aldo Di Biagio" su Google si verrà restituire centinaia di siti e blog dal titolo, più o meno: "Senatore implicato in una truffa colossale all’Inps". Eh, già, siamo in piena era internet.
E’ capitato anche a me. Non la Magistratura, ma perfide carogne mi hanno buttato addosso un paio di grossi schizzi di fango. Mi sono disperato, ho querelato e vinto, sono incensurato e senza carichi pendenti. Eppure ogni giorno internet continua a moltiplicare le falsità sul mio conto in maniera esponenziale e del tutto incontrollabile. Magari l’articolo originario (quello per il quale ho vinto la causa per diffamazione) da tanto tempo è stato cancellato, ma nel frattempo è stato ripreso da migliaia di blog, che hanno amplificato e fissato, nei secoli dei secoli, come verità assoluta ciò che non era che pettegolezzo senza fondamento.
In questi casi si è impotenti, non c’è nulla da fare. C’è ancora gente che dice "Quel Tortora però se lo avevano arrestato, qualche cosa avrà combinato".
Ti faccio un esempio. Se dico "Senatore Di Girolamo", chiunque automaticamente commenta "Quello che ha preso i voti della ‘Ndrangheta". Perchè questa è la verità di internet. Non lo è quella della Giustizia. Sicuramente il Di Girolamo non era uno stinco di santo ed ha combinato cose per le quali è stato condannato ed ha espiato. Ma quella primissima ipotesi dei PM, dopo qualche giorno si dimostrò una bufala, tanto che fu lasciata cadere e mai, ripeto mai, venne contestata a Di Girolamo. Che vogliamo fare? Gioire quando nel tritacarne ci finisce uno che ci sta antipatico? Ma se poi capita anche a noi per la serie "Oggi a me e domani a te?".
COME VOLEVASI DIMOSTRARE Pubblicato l’articolo, sono uscito a prendere un caffè e comprare i giornali. Sulle pagine di Roma ho letto un articolo su Di Biagio a firma Giulia Cerasi che vuole tirare in ballo a tutti i costi il Sindaco Alemanno allo scopo di nuocergli in vista del ballottaggio. Di Biagio, già bell’e che condannato in via definitiva da Repubblica, avrebbe collaborato oltre 10 anni fa con Alemanno quando era Ministro dell’Agricoltura. Quindi per la solita proprietà transitiva di Repubblica: se Di Biagio è un farabutto e una volta ha conosciuto Alemanno, allora anche Alemanno è un farabutto.
Nell’illustrare chi sia Di Biagio, ad un certo punto la Cerasi se ne esce con la frase seguente: "Di Biagio è stato anche coordinatore del Comitato tricolore italiani nel mondo, succedendo a quel Gian Luigi Ferretti coinvolto nell’affare Mokbel". Balla colossale! Ma che fare? Intanto non solo non ho mai conosciuto in vita mia questo Mokbel ma, fino a che non ho letto il suo nome sul giornale quando venne arrestato, non ne conoscevo neppure l’esistenza. Naturalmente nessuno, tanto meno la Magistratura, mi ha mai contestato qualche tipo di relazione o coinvolgimento in vicende legate al personaggio. Solo Repubblica si esibì all’epoca in uno dei suoi celebri sillogismi: siccome conoscevo uno che aveva conosciuto (conosciuto e basta, nessun genere di illegalità) questo Mokbel, allora automaticamente ero "coinvolto nel caso Mokbel".
Nulla, non posso fare nulla. Scacco matto. Non posso intentare causa per diffamazione perchè "coinvolto nel caso Mokbel" non significa che io sia stato indagato per alcunchè. Repubblica vincerebbe a man bassa dimostrando che, siccome il mio nome viene accostato (per colpa della sua sillogia iniziale, ma tant’è), nei mille e mille blog, a quello di Mokbel… ecco il coinvolgimento. Verrebbe voglia di prendere un bazooka e sparare.
Discussione su questo articolo