Il governo di Matteo Renzi in Italia va veloce. Riforma della scuola, Jobs Act, 80 euro in più nelle tasche di molti lavoratori. Sono tutti provvedimenti che possono piacere o meno, ma l’esecutivo ha dimostrato che quando vuole riesce a raggiungere gli obiettivi che si propone. Il governo tuttavia continua a zoppicare per ciò che riguarda gli italiani nel mondo: troppi i pasticci che riguardano i connazionali.
Si chiudono ambasciate e consolati, si tagliano i fondi ai patronati, si tassano gli italiani all’estero (pensiamo ai 300 euro da pagare per poter presentare domanda di cittadinanza italiana)… E’ come se l’Italia si dimenticasse dei propri figli oltre confine, o come se pensasse solo a spremerli come limoni. Questo non è un atteggiamento solo del governo Renzi: da anni, i governi che si sono succeduti, hanno trattato gli italiani nel mondo come fossero cittadini di serie B.
Marco Fedi, deputato Pd eletto all’estero e residente in Australia, a colloquio con ItaliaChiamaItalia vede tuttavia il bicchiere mezzo pieno: con questo governo, spiega, “abbiamo ottenuto il rinnovo dei Comites, era ministro degli Esteri Federica Mogherini. Ed è stato un importante risultato, perché sembrava che i Comites fossero destinati a una morte naturale. I senatori hanno ottenuto l’esonero Imu per i pensionati e in questi giorni noi deputati Pd abbiamo chiarito i criteri oggettivi su cui ci si deve basare a proposito di Imu e italiani nel mondo”.
Detto questo, sottolinea Fedi, “con tutti i governi abbiamo sempre fatto fatica a far comprendere l’importanza delle comunità italiane oltre confine. E con il governo Renzi abbiamo le stesse difficoltà. Non bisogna però trascurare l’oggettiva situazione di crisi che vive il nostro Paese, con il graduale taglio delle risorse a disposizione. Ricordo che con il governo Berlusconi, per esempio, abbiamo avuto l’abolizione dell’Imu prima casa per tutti tranne che per gli italiani all’estero. Quella – osserva il deputato Pd – è stata una vera e propria scelta politica, in un momento in cui non eravamo alle strette”.
D’accordo, ma visto che le cose stanno così, e che anche con Renzi pare che gli italiani nel mondo siano sempre l’ultima ruota del carro, come pensano gli eletti all’estero di ottenere quell’attenzione che finora è mancata? “Dobbiamo riconquistarci uno spazio di autonomia e di proposta politica. Già nei prossimi giorni faremo dei passi concreti per sensibilizzare ulteriormente il governo sui temi degli italiani nel mondo, tra cui la cittadinanza, di cui si occuperà la Camera nei prossimi giorni. Vedremo se riusciremo a raggiungere qualche risultato concreto”.
CITTADINANZA ITALIANA, A QUANDO IL CAMBIAMENTO?
Che tipo di “passi concreti”? “Incontreremo il nostro nuovo capogruppo per fare il punto della situazione. Tra l’altro, come se non bastassero i problemi che tutti conosciamo, manca un raccordo tra Senato e Camera. I due Comitati per gli italiani all’estero non lavorano con la necessaria sinergia, è evidente. Dobbiamo essere capaci di recuperare qualche spazio di lavoro comune per raggiungere risultati”.
In un comunicato congiunto gli eletti all’estero del Pd hanno avuto parole molto dure nei confronti del governo e hanno criticato l’atteggiamento dell’esecutivo nei confronti del mondo dell’emigrazione. Dobbiamo aspettarci delle sorprese in futuro? I deputati Pd potranno valutare eventualmente di fare mancare il proprio sostegno in Parlamento a questo governo? Fedi è chiaro: “Secondo me è sbagliato fare ricatti. Noi cercheremo di lavorare concretamente per fare capire quali sono le esigenze. È possibile, su qualche tema degli italiani all’estero, che noi si voti in dissenso dal gruppo. Ma certo fare un ricatto, del tipo ‘se non mi dai questo non ti voto la fiducia’, è sbagliato. Il governo deve governare per tutto il Paese”.
E il pasticcio CGIE, criticato dalle varie forze politiche in maniera trasversale, Pd compreso? “Siamo stati i primi a esprimere le nostre valutazioni, critiche, sulla proposta del governo. Ma il governo è andato avanti. E’ chiaro che ci siamo sentiti offesi dal punto di vista politico, in particolare dal sottosegretario agli Esteri con delega agli italiani nel mondo, Mario Giro, e lo abbiamo detto senza tanti giri di parole”.
































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