Diversi i trombati eccellenti nella ripartizione elettorale Nord e Centro America dopo il voto degli italiani all’estero. Eh sì, sconfitte pesanti, che si sentono e fanno male. A loro, intendiamoci, a quelli che hanno perso: perché i connazionali residenti in Canada, Stati Uniti e Centro America di alcuni personaggi presenti in lista non avrebbero saputo che farsene.
C’è chi ha stappato una bottiglia di champagne, per esempio, quando ha saputo che Amato Berardi e Basilio Giordano non sarebbero più rientrati in Parlamento. Per Berardi Montecitorio è stata solo una parentesi, fatta di privilegi e poltrone di velluto rosso, ma che con ogni probabilità non tornerà a ripetersi. Sì, il suo risultato personale è stato discreto – 9.416 preferenze -, ma il PdL in Nord America, come del resto in tutto il mondo, è morto e sepolto. Non si sentirà l’assenza di Berardi, che nella scorsa legislatura è stato poco più che un fantasma a livello legislativo e parlamentare.
Addio anche a Giordano, come detto, l’editore assai chiacchierato per storie di fatture false e tirature gonfiate. Palazzo Madama rimarrà per lui soltanto un bel ricordo: anche Giordano, pur avendo ottenuto 10.177 preferenze, dovrà rassegnarsi a restare in Canada, dove è residente, visto che il suo partito – quello guidato da Silvio Berlusconi – non ha raccolto i consensi necessari a inviarlo in Parlamento.
Uno dei trombati eccellenti in Nord America è senz’altro Domenico Delli Carpini, di America Oggi: pensava forse di ottenere chissà quale risultato eccezionale. Oppure non gliene fregava nulla e per questo non si è nemmeno dato troppo da fare. E il risultato lo dimostra: poco più di mille, misere, preferenze. Da dimenticare.
E che dire del movimento “Insieme”, quello fondato da Salvatore Ferrigno? Una totale disfatta. L’unico vero obiettivo di Insieme era quello di riportare in Parlamento Ferrigno: ha fallito anche in questo. Per Totò appena 2.371 preferenze, quasi una vergogna per lui, che era già stato deputato dal 2006 al 2008 con Forza Italia. Malissimo anche Cesare Sassi, candidato con Insieme al Senato: 1.463 preferenze. Ridicolo, se pensiamo che nel 2008 ne aveva prese diverse migliaia. Anche lui, ad onor del vero, racconta di essersi candidato più per fare un favore a Ferrigno che altro, di avere investito molto poco nella sua campagna elettorale: fatto sta che i numeri parlano chiaro e parlano di una Caporetto.
Fra coloro che non entrano in Parlamento c’è anche Augusto Sorriso: coordinatore MAIE degli Stati Uniti, candidato con la lista Monti, era dato come il favorito da tutti. Eppure, al suo posto entra Fucsia Nissoli, una donna, un volto nuovo della politica, che è riuscita a sorprendere tutti. Auguri a lei.
Non passa nemmeno Vincenzo Arcobelli, Coordinatore Ctim del Nord America candidato al Senato con la lista Monti.
Resterà a casa anche Giovanni Rapanà, uno dei favoriti anche in questo caso, candidato con il Pd alla Camera dei Deputati, battuto dalla giovane e bella Francesca La Marca. Auguriamoci sia altrettanto brava. Lo scopriremo presto.
Twitter @rickyfilosa
































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