Italiani all’ester“L’annunciata chiusura del Consolato d’Italia di San Gallo ha prodotto nella comunità italiana dei cantoni di Appenzello interno e Appenzello esterno, Grigioni, San Gallo, Turgovia e nel Principato del Liechtenstein una turpe indignazione verso il ministero degli Esteri italiano per una decisione ingiusta, che rischia di creare reazioni imprevedibili anche in altre circoscrizioni della Svizzera toccate di recente dallo stesso provvedimento amministrativo. Oltre 56‘000 cittadini italiani sono ignari del loro destino”. Inizia così una nota firmata dal Comitato di lotta per il mantenimento del Consolato di San Gallo (Svizzera).
“A tutt’oggi – si legge ancora nel comunicato – nessun ministro, nessun diplomatico, nessun rappresentante delle istituzioni italiane, ha avuto mai avuto il coraggio di spiegare agli italiani in Svizzera le vere ragioni delle chiusure delle sedi consolari di Losanna, Lucerna, Locarno, Bellinzona, delle agenzie di Coira, La Chaux de Fonds, Neuchatel, Sion, Wetting. Gli stessi ambasciatori che si sono succeduti in Svizzera negli ultimi dieci anni non hanno mai preso in seria considerazione la necessità della riorganizzazione della rete facilitando l’erogazione di servizi di prossimità sia di carattere amministrativo, sia in ambito culturale ed economico. Per questa inerzia gli italiani in Svizzera stanno pagando i limiti di una diplomazia ferma ai tempi della guerra fredda”.
“Vorremmo sapere quali sono i metri di misura, quali sono state le valutazioni che hanno portato all’individuazione della sede consolare di San Gallo e quali sono le differenze fra la nostra sede consolare, che è di proprietà dello stato italiano e non causa spese immobiliari, e le altre 36 interessate alla chiusura. Dov’è il risparmio della spesa? Quale cittadino italiano, oggi, impiega cinque ore per recarsi agli uffici pubblici a ritirare un documento e investire ancora lo stesso tempo per ritornare a casa? Le percezioni riscosse dallo Stato italiano all’estero sui servizi sono low cost rispetto alle tariffe metropolitane oppure concorrono a rimpinguare le languenti casse del tesoro? Il ministro Emma Bonino, il segretario generale del MAE Michele Valensise, il direttore generale delle risorse umane del MAE Elisabetta Belloni, il direttore generale della DGIEP Cristina Ravaglia, l’ambasciatore italiano in Svizzera Cosimo Risi, possono darci una risposta? E‘ proprio necessario umiliare i cittadini e render loro la vita difficile? Non basta averli costretti a lasciare l’Italia per trovare lavoro oltre confine?”.
“Qualcuno di lor signori, nell’audizione alle commissioni estere di Camera e Senato, ha cercato di giustificare tale decisione parlando dell‘apertura di nuove sedi diplomatiche italiane in alcuni paesi emergenti, che dopo anni di crescita economica sostenuta incominciano a conoscere la recessione. Ancora una volta l’Italia arriva in ritardo, quando invece le multinazionali hanno già delocalizzato gli impianti produttivi altrove. Quale vetrina migliore sul mondo per promuovere politica economica, politica dei diritti come quella offerta in questi giorni dal World Economic Forum di Davos, nella circoscrizione consolare di San Gallo? Si, questo è il luogo in cui ogni anno si incontrano i paesi del G20. A Davos si discute di massimi sistemi economici, di diritti e di cultura, perchè privarsi dell‘unica rappresentanza diplomatica presente sul territorio ministro Bonino? Lo stesso ragionamento vale per Losanna non distante da Montreux, dove da anni vengono organizzate i vertici diplomatici di alcune agenzie dell’ONU?”.
“La decisione di chiudere il Consolato di San Gallo non convince perchè oltre ad essere ingiusta è anche iniqua. Non passa giorno che la stessa stampa nazionale svizzera richiami l’Italia per sospendere l’annunciata chiusura. Per queste ragioni – conclude la nota – il comitato di lotta per mantenere aperto il Consolato d’Italia di San Gallo ha organizzato una manifestazione per il 29 gennaio 2014, ore 11.30, davanti alla sede consolare, alla Frongartenstrasse. Sono diverse migliaia gli italiani che hanno dato la loro adesione”.
































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