Il peccato originale italiano é proprio il detto, che si traduce in modo di vivere, del "tengo famiglia". Forse per questo l’italiano medio non riesce a cogliere l’importanza e la gravità del conflitto di interessi in politica. Nell’indifferenza generale riguardo al conflitto di interessi é stato possibile che un magnate dei media come Silvio Berlusconi potesse "scendere" nel 1994 in politica, disponendo, oltre ad aziende nel settore edilizio e delle assicurazioni, dei media nel settore editoriale ed audio-televisivo coi quali, con l’aggiunta della RAI, avrebbe forgiato agevolmente l’opinione pubblica a suo favore, come puntualmente avvenuto.
Ancora più grave che a proposito di questo conflitto di interessi non si sia "accorta" e battuta contro quella forza politica che a suo tempo avrebbe dovuto vigilare. Mi riferisco ai DS, in seguito PD, ma per questo basterebbe soltanto riascoltare l’intervento in aula di Violante del 2003 nel quale confessa che esista un patto per "non toccare i media di Berlusconi".
In Italia abbiamo avuto altri casi di conflitto di interesse in politica, meno vistosi di quello di Silvio Berlusconi, ma comunque allarmanti, come quello di Luca Cordero di Montezemolo, titolare di una concessione pubblica col treno Italo, che ha dimostrato più che una velleità politica con la propria fondazione Italia Futura.
Il ministro della Giustizia, Cancellieri, é stata intercettata al telefono in conversazione con la compagna di Salvatore Ligresti e si é in seguito adoperata per la liberazione di Giulia Ligresti, in detenzione preventiva per il crac del gruppo Fondiaria-SAI, spolpato dai membri della famiglia Ligresti, che lo amministravano.
Non vi sarebbe nulla di strano se il Ministro della Giustizia si adoperasse per un "caso umanitario" come da lei dichiarato, ma non ci risulta che la Cancellieri si sia attivata in favore di altri casi umanitari ospiti delle patrie galere o che abbia agito per modificare le leggi Fini-Giovanardi o Bossi-Fini, responsabili del sovraffollamento delle carceri italiane, fonte di gravi disagi per i detenuti, costretti a convivere in condizioni indegne di un Paese civile!
Ma se colleghiamo il fatto che il figlio della Cancellieri, Piergiorgio Peluso, é stato dal maggio 2011 direttore generale della SAI-Fondiaria ed ha incassato nel 2012 una buonuscita di 3,6 milioni di euro, iniziamo a comprendere il perché di questo particolare interessamento della Cancellieri per la sorte della rampolla Ligresti…
Per tutti questi motivi ci sembra più che opportuno che il Ministro Cancellieri venga in Parlamento a rispondere del suo unico interessamento di "caso umanitario" per una detenuta eccellente, mentre altri detenuti in pericolo di vita languiscono nelle carceri italiane nell’indifferenza del Ministro. Se il Ministro non sa dare spiegazioni convincenti, su questo interessamento a senso unico, abbia la dignità di dimettersi!
In un Paese normale se un politico si viene a trovare in conflitto di interessi, lo segnala e si astiene dall’agire, ma se viola questa regola democratica, agendo in conflitto di interessi, si dimette, e se non si dimette da solo, il suo partito lo obbliga a dimettersi!
































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