Signor Presidente Mattarella, anzi tutto a Lei ed al nostro bistrattato Paese i miei più sinceri auguri di un 2016 nettamente migliore di quello passato, durante il quale le promesse sono state surclassate da obbrobriosi "prelievi" fatti alla chetichella e culminati con quello che possiamo definire un "vero furto", cioè con il posticipo del pagamento delle pensioni di 3 o 4 giorni.
Sorprende, ma non troppo, che nessun organo istituzionale nel fare gli auguri non abbia accennato a questa spiacevole sorpresa. E’ vero si tratta solo di qualche giorno, ma per chi fatica ad arrivare alla fine del mese, poiché con le pensioni minime si fa solo la fame, questo ritardo qualche problema lo ha procurato.
Ovviamente tutto è stato fatto secondo la legge in vigore (legge 109 del 17/7/2015) e, pertanto, risulta lecito, ma il legislatore in tale occasione avrebbe potuto e dovuto provvedere, anche solo per una questione di moralità, ad estendere la norma anche agli stipendi di parlamentari, ministri, manager pubblici, direttori generali dei ministeri, burocrati in genere, che, come è noto, percepiscono laute prebende e non miseri 500 euro al mese.
Purtroppo è questo l’andazzo, sempre i più deboli devono essere i primi a pagare ed anche il nostro baldanzoso Capo del Governo, al quale non sfugge un’inaugurazione, nella quale poter elencare tutti i grandi obiettivi centrati, che, quando va bene, portano variazioni rispetto all’anno precedente di uno zero virgola qualcosa risultando pertanto insignificanti come attestano autorevoli istituti, parli anche di tutto quel denaro che lo stato sottrae ai cittadini in mille modi ed il tutto per foraggiare la spesa pubblica che è la sola e vera cosa che in Italia aumenta. Oltre a quanto esposto sarebbe bene che il premier, ogni tanto, oltre ad inaugurare qualcosa e sfilare su qualche passerella, facesse una capatina in luoghi ove constatare con mano la realtà della situazione.
































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