"Beppe Grillo è per noi come un padre che accompagna un bambino che cammina carponi, allontanandolo dai pericoli. Il primo pericolo sono i soldi". Così Vito Crimi, capogruppo al Senato del Movimento Cinque Stelle, ospite da Lucia Annunziata ieri a In Mezz’ora. Spero che almeno lui si sia accorto, immediatamente dopo la messa in onda della trasmissione, delle imbarazzanti dichiarazioni fatte. “Padre di famiglia”, i parlamentari che “camminano carponi” (quindi dei neonati da crescere, da istruire), il pericolo “sono i soldi”. Ci rendiamo conto o preferiamo girarci dall’altra parte quando il capogruppo in Senato del primo partito italiano dice certe cose in tv?
Venturini, vice presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana ed espulso dal Movimento Cinque Stelle qualche giorno fa, questa mattina ad Agorà, alla domanda del giornalista che chiedeva giustamente chi è che amministra il denaro nel movimento del comico di Genova, dice “Non lo so”, e aggiunge: “Dico solo che Grillo con me non ci ha mai parlato, eccezion fatta per una sola volta in cui si rivolse a me additandomi come un pezzo di merda. Poi più niente”. Alla fine della trasmissione di questa mattina, intorno alle 9:00, il conduttore saluta Venturini: “Si informi sui fondi, tornerà un’altra volta a dirci di più”, risposta: “Senz’altro”. E’ normale? Gli eletti non sanno nemmeno da dove vengono i soldi. I soldi per le manifestazioni in piazza, per acquistare le bandiere, per sovvenzionare gli incontri, l’affitto degli agriturismi dove i parlamentari si scontrano tra loro e con il loro stesso leader. Ma insomma, è ammissibile tutto questo? Nessuno sa niente.
Riporto qui di seguito alcune dichiarazioni a dir poco imbarazzanti di alcuni parlamentari grillini dei giorni scorsi: "Noi non abbiamo firmato un documento che obbliga a restituire la diaria. Casaleggio mi aveva assicurato che non avrei dovuto farlo". "Vogliamo un margine per vivere dignitosamente". "Balle, balle, balle. Grillo la deve smettere di trattarci come servi. Siamo almeno in cinquanta. Questa storia è appena all’inizio. Potremmo anche uscire dal gruppo". "Io ho dovuto prendere una tata, quei soldi mi servono per i miei tre figli". "La lettera in cui ci si chiede di dare i soldi alle onlus l’avete scritta voi, il gruppo non ha deciso nulla". "È una questione di principio. Grillo non può venire qui a bacchettarci come ragazzini, col suo aiutante che spiega a noi lo spirito del Movimento. Non siamo a scuola, dove il capoclasse scrive sulla lavagna chi sono i buoni e chi i cattivi". "Non abbiamo scelta, finiremo per dividerci, basta essere in 20 per formare un gruppo autonomo. Noi siamo di più". "Nel gruppo misto mai. Ma se fossimo venti qui e dieci al Senato, potremmo dare vita a una costola indipendente, dobbiamo solo trovare il modo per spiegarlo alla base. Non siamo scilipotini". Elena Fattori, senatrice cinque stelle: "Sono contraria ai linciaggi, alle crociate e alla gogna di qualsiasi colore o bandiera. Lo sarò sempre. nessuno escluso". Alessio Tacconi, parlamentare: "Io i soldi me li tengo. Sono residente in Svizzera, lì le tasse sono più alte".
Il denaro è l’argomento portante di ogni questione politica affrontata da quello che all’indomani del voto dello scorso febbraio si configurò come primo partito italiano, cioè quello di Grillo. I soldi, e basta. Non una proposta di legge che venga posta nell’interesse del Paese. Avevano un programma (e si spera che ce lo abbiano ancora), ma non una sola delle cose promesse agli italiani in questo momento è oggetto di dibattito e discussione. Viene da dire burattini, questi parlamentari pentastellati. Niente di più. E mi pare ovvio, non sanno nemmeno se domani in Parlamento saranno sempre gli stessi. Mandano via parlamentari ogni giorno: dissidenti, dicono loro. Io dico gente libera, che per legge non è obbligata al vincolo di mandato, che stando alle dichiarazioni virgolettate riportate da diversi quotidiani (uno su tutti “Libero”), non avrebbero nemmeno mai firmato alcun contratto dove si accettasse di rinunciare alla diaria, cioè ai contributi statali compresi nel compenso parlamentare, che giovano a mantenere la trasferta parlamentare romana. Dice Berlusconi: “Gli italiani sono eccezionali in tutto, ma dovrebbero soprattutto imparare a votare”. Come dargli torto?
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