E’ anche guerra degli ‘scontrini’ tra Beppe Grillo e il Pd. L’affondo e’ del leader M5s: Non sono emessi quelli ”fiscali” alle feste dem. Un attacco fatto rilanciando sul suo blog un articolo pubblicato sabato scorso da Libero. ”C’e’ un pezzo d’Italia – e’ scritto – che non ha alcuna preoccupazione per l’aumento dell’iva: e’ il piccolo esercito di baristi, ristoratori, commercianti per diletto e organizzatori delle feste democratiche. Non sono preoccupati perche’ nessuno di questi esercizi a tempo paga un solo centesimo di tasse”.
”E’ complicato – ha replicato Antonio Misiani, tesoriere del Pd – accettare lezioni di fedelta’ fiscale da chi come Grillo ha sfruttato per ben due volte a proprio beneficio i condoni fiscali tombali varati dal governo Berlusconi”. E subito dopo un chiarimento:”le feste del Pd rispettano tutte le normative previste per questo tipo di manifestazioni. L’Iva, in particolare, viene pagata come la pagano i consumatori finali. Le polemiche scatenate ogni anno su questo tema finiscono regolarmente nel nulla, ma colpiscono ingiustamente il lavoro dei volontari delle feste".
Una difesa non solo tecnica ma anche politica del Pd e’ stata fatta da Lino Paganelli, responsabile delle manifestazioni:”nessun sotterfugio e nessun favoritismo. Le nostre feste sono sottoposte ai controlli di tutti i tipi da parte di tutti i soggetti preposti, dalla Guardia Finanza, alle ASL, ai vigili del fuoco. Proprio mentre M5S vuole rovesciare il finanziamento pubblico, Grillo non si accorge che parlar male della piu’ antica e piu’ seria strada di autofinanziamento e’ un autogol”.
































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