Tra un "colpettino di Stato" architettato dal presidente Napolitano e un Papa Francesco "visto come un pericolo per la finanza mondiale" è andato in scena l’ormai consueto show a uso e consumo del "circo mediatico" al seguito di Beppe Grillo in trasferta nella Capitale.
Iniziata con un incontro con i giornalisti nella sede della stampa estera, la giornata del comico genovese è trascorsa tra una dichiarazione e l’altra: prima della conferenza stampa, dopo, al ristorante, durante l’incontro con i senatori a Palazzo Madama.
Tutto a favore delle telecamere, naturalmente, spaziando tra i più disparati temi: Europa, Fiscal compact, legge elettorale e tanto altro, senza dimenticare "l’ebetino" Matteo Renzi e "il condannato" Silvio Berlusconi. E il mondo dell’informazione, non ultimo, vero "cancro" del Paese. Grillo, ad ogni modo, ha concentrato le sue riflessioni-battute sulla riforma del sistema elettorale, frutto dell’accordo tra il Partito democratico e Forza Italia, e ha sentenziato: "Con quella legge il M5S è senza scampo", la cosa importante "era fermarci", dice, e il doppio turno tra le due coalizioni che hanno raccolto più voti farà sì che "saremo tagliati fuori". "Immaginate il ballottaggio tra noi e il Pd – chiosa -: a chi indirizzerà il voto Berlusconi con le sue tv e i giornali?".
Una legge, quella elettorale, che in realtà non ci sarebbe neanche bisogno di cambiare perché "una legge elettorale per tornare al voto c’è dopo la sentenza della Consulta" e su questo "è grave il mutismo di Napolitano e di Letta". E infatti il leader a 5 stelle non ha nessuna fretta di mettere a punto la proposta del M5S e partecipare al dibattito parlamentare: "E chi l’ha detto che dobbiamo essere così veloci su questa cosa qui?", ha risposto ai cronisti che gli chiedevano se non ci sia il rischio che il Movimento 5 Stelle non arrivi troppo tardi nella discussione sulla legge che ha accelerato non poco negli ultimi giorni. "Non esiste una legge elettorale perfetta – ha spiegato – né maggioritaria né proporzionale. Noi abbiamo pensato: abbiamo a disposizione dei giuristi? Bene, facciamoci dare due dritte, poi decide la rete. Quella che verrà fuori è un’idea globale del nostro movimento e la proporremo al Parlamento". Beppe Grillo ha rivendicato poi la posizione del Movimento Cinque Stelle emersa dalla consultazione on line a favore delle preferenze: "Lo diciamo fin dal primo VDay quando abbiamo raccolto 350mila firme su tre leggi popolari. Il terzo quesito era per il voto di preferenza. Noi siamo sempre stati coerenti". Insomma, il M5S è l’unica vera opposizione nel Paese e la legge elettorale messa a punto da Pd e Fi "è per fermare noi che siamo la variabile impazzita".
































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