Il PdL in Senato era pronto a votare la sfiducia. L’intervento appassionato e accusatorio di Sandro Bondi, coordinatore PdL, non lasciava immaginare altre possibilità. Eppure Berlusconi ha deciso da solo all’ultimo minuto, nonostante, un momento prima, dalla riunione con i suoi fosse uscita una linea diversa. Un breve discorso pronunciato a braccio, e il leader PdL a sorpresa ha detto sì a Letta. Colpo di teatro, quando i numeri annunciati e le speranze di capovolgere l’andamento lento dei transfughi lo hanno definitivamente abbandonato.
E’ stato applaudito dai suoi, anche per l’evidente commozione che lo ha colto. Sì, Berlusconi ha pianto. Evidentemente si è reso conto in quel momento di avere perso la sua autorità assoluta sul partito, di non poter andare avanti sulla linea che avrebbe voluto seguire. In quel momento, Letta sorrideva nei banchi del governo insieme ad Alfano, quasi a voler riconoscere, oltre all’imprevedibilità, la grande volontà di recupero dell’ex premier. "E’ un grande!", si intuisce dal labiale.
Il guerriero è sconfitto, indebolito, umiliato. Questa volta, certo, ha dovuto ingoiare il rospo. Ma ha trovato il modo di non dare ad Alfano alibi per lo strappo. E di fare marameo al Pd che lo voleva finalmente fuori.
Berlusconi è finito? Più di una volta, noi compresi, abbiamo pensionato Silvio ai giardinetti: ma lui alla fine spiazza tutti e risorge dalle proprie ceneri. Chissà!
Chi può cantare vittoria, per il momento, è il delfino (o ex delfino) di Silvio. La sua linea ferma e diritta alla fine è stata premiata. A questo punto Angelino Alfano che farà? Il vicepremier ha tenuto duro, pur tra i dubbi e i tormenti: lo strappo c’è stato, ha detto agli uomini a lui più vicini, ma con Berlusconi c’è un rapporto umano e di affetto che va oltre la politica. Vedremo.
Certo è che il popolo del centrodestra è diviso. Convivono nella base azzurra due sentimenti diversi e opposti: da una parte c’è la gioia nel vedere che Alfano finalmente ha tirato fuori il quid, ha dimostrato di non essere uno yes man, ha ottenuto ciò che voleva, la fiducia al governo di cui fa parte; dall’altra, c’è la tristezza, e in qualche caso anche la rabbia, di vedere Berlusconi indebolito, messo da parte, solo. Il centrodestra italiano vive una situazione in continuo divenire. Massima attenzione a ciò che accadrà nei prossimi giorni, perché la partita all’interno del PdL non è ancora finita.
































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