Se fra gli italiani all’estero a vincere le elezioni sono stati il MAIE di Ricardo Merlo e la lista Monti, insieme al Pd che comunque ha perso una barca di voti rispetto al 2006 e al 2008, qui in Italia il vero vincitore alle urne è stato il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Su questo, non ci piove. Ora i grillini dovranno dimostrare di saperci fare in Parlamento. E’ poco importante se un neo senatore 5stelle, intervistato durante un programma radiofonico, ha ammesso candidamente di non sapere nemmeno dov’è il Senato; e se un’altra grillina non conosce il numero dei senatori; potremmo persino perdonare quel deputato grillino che su Facebook si è detto convinto che un Governo, per nascere, non ha bisogno della fiducia delle due Camere; sono tutti nuovi, questi del Movimento 5 Stelle, nel Palazzo. Molti di loro fino all’altro ieri erano studenti, casalinghe, operai, artigiani: insomma, non certo persone per cui la cosa più importante è conoscere dove sia Palazzo Madama o cosa ci sia dentro. Diamo loro una chance.
Personalmente mi trovo d’accordo con Vittorio Feltri, che sul Giornale propone un governo guidato da Beppe Grillo; e sono d’accordo con il nostro Andrea Lorusso, che ha proposto intelligentemente: diamo la responsabilità ai grillini di governare e se ne saranno capaci bene per tutti, altrimenti saranno mandati a casa in men che non si dica, affogando nel loro stesso tsunami.
Ora, non vorrei che pur di non dare la responsabilità a un Movimento, quello del comico genovese, che a molti fa storcere il naso, si pensasse davvero – come propone già Silvio Berlusconi, o Alessandro Sallusti, sempre sul Giornale – di tornare al voto a giugno o giù di lì. Ma ve l’immaginate? Un’altra campagna elettorale a spaccare l’Italia in quattro? Per non parlare degli eletti all’estero, che ItaliaChiamaItalia segue da sempre da vicino: dovrebbero organizzarsi tutti per affrontare una nuova campagna elettorale, con lo stesso meccanismo di voto che – ormai è evidente – fa acqua da tutte le parti?
No, dai, al voto nel giro di qualche mese proprio no. I partiti in campo facciano in modo di trovare un compromesso: si formi un governo che punti prima di tutto a cambiare quella porcata che è la legge elettorale vigente, trovando anche il modo di dare agli elettori la possibilità di scegliersi i propri parlamentari; si pensi fin da subito ai costi della politica, per rasserenare un po’ gli animi e la rabbia degli italiani; si provi persino a rivedere questo bicameralismo perfetto che ormai non funziona più. E allora sì, tempo un anno, magari nell’aprile del 2014, si indicano nuove elezioni. Tornare al voto a giugno o giù di lì non ha alcun senso. L’unica cosa da fare adesso è formare un governo capace di portare a casa quegli obiettivi menzionati sopra. Il Paese è sfiancato, non solo dalla crisi economica e di valori, ma anche e soprattutto da una politica che fino ad oggi non è riuscita a dare risposte: Grillo ha voluto la bicicletta. Adesso pedali.
Twitter @rickyfilosa
































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