Giuliano Ferrara, direttore de “Il Foglio”, in una intervista al Messaggero, spiega: Berlusconi "è consapevole del fatto che una crisi di governo con un possibile sbocco elettorale a breve senza però che lui si possa candidare non è una grande trovata. E quindi mi aspetterei la sorpresa di un Cav che dice: mi avete cacciato, avete umiliato l’Italia che io rappresento, vi siete comportati in modo antidemocratico, avete suggellato con un voto politico una sentenza ingiusta e puntate a far saltare l’equilibro raggiunto dopo le urne. Insomma volete portare il Paese allo sfascio e io questo ve lo impedisco: niente crisi di governo, andiamo avanti".
"Io penso – prosegue Ferrara – che non ha senso rinunciare alla propria indispensabilità politica. I domiciliari o i servizi sociali Berlusconi se li deve fare; la leadership la può mantenere soprattutto se, non facendo la crisi di governo, punta a votare in primavera per le Europee e per un sistema di giustizia diverso attraverso i referendum".
Secondo il direttore del Foglio "Berlusconi è già nella storia, non è quello il problema. Il fatto è che non è intenzionato chiudere la sua parabola politica con una resa. Perché si deve arrendere nei confronti di gente che lo maltratta? Il Pd ha voluto umiliare quelli al suo interno che avvertono: non diventiamo un plotone di esecuzione. Ossia quel che sostiene, piangendo alle folle che gli fanno il gavettone, Luciano Violante: attenzione, c’è un problema di democraticità delle procedure. Il Pd li ha umiliati. Vuole andare con quei matti di Casaleggio e di Vendola ad un redde rationem con un voto politico in Giunta, per ragioni congressuali, elettorali e via dicendo, immaginando che questo atto chissà cosa gli renderà".
































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