Per i rappresentanti della Fusie, la Federazione unitaria della stampa italiana all’estero, audizione presso il Comitato per le questioni degli italiani all’estero al Senato. Le maggiori difficoltà della stampa italiana nel mondo? Risorse sempre più esigue, la necessità di rinnovarsi e adeguarsi alle nuove sfide.
Giangi Cretti, presidente Fusie: "Possiamo essere uno strumento didattico in senso stretto, un elemento di stimolo per la diffusione della lingua italiana all’estero”. Eppure i fondi a disposizione diminuiscono sempre più: sono in effetti pochissimi 1,9 milioni annui ripartiti per un centinaio di testate, tra cui 2 quotidiani, 12 settimanali, 16 mensili, alcuni quindicinali, 16 tra bimestrali e trimestrali, per una tiratura complessiva di 6,8 milioni di copie; 19 sono invece le testate edite in Italia e diffuse all’estero.
"Spesso la stampa italiana all’estero ha avuto un ruolo suppletivo delle istituzioni, poi le funzioni sono cambiate con il radicarsi nei luoghi immigrazione – ricorda Cretti – Rimane comunque un veicolo importante per la diffusione della lingua italiana nel mondo, parliamo di milioni di copie". E oggi "la stampa cartacea sta subendo il cambiamento del modo di fruire e di produzione della stampa: ci sono all’estero tuttora dei quotidiani che però stanno modificando il loro modo di uscita, America Oggi e Gente d’Italia sono rimasti gli unici. Ciò è legato anche al fatto che vengono meno le risorse".
Senza contare che "ci sono trasmissioni radiofoniche in italiano diffuse su spazi su emittenti straniere, specie oltreoceano, tramite la rete e trasmissioni prodotte all’estero veicolate tramite la televisione, e molte testate online: per tutte queste realtà non è previsto alcun contributo".
Secondo Cretti dunque la situazione è in forte stallo: "La Federazione vorrebbe avere una funzione di stimolo, ma in realtà è costretta a limitarsi a gestire l’esistente. Le testate aderenti hanno come prima necessità quella di vedere rispettato il loro diritto all’accesso ai contributi, e noi li affianchiamo in questo. Siamo consapevoli che se vogliamo continuare ad esistere dobbiamo intercettare i nuovi linguaggi e le nuove esigenze della nuova emigrazione, e non è facile".
L’altro capitolo critico riguarda le agenzie di stampa specializzate, che "avevano la possibilità di stipulare dei contratti di servizio con la Farnesina, che era un servizio esclusivo sulle tematiche per gli italiani all’estero. Purtroppo sono contratti che vengono rinnovati di anno in anno senza certezza di rinnovo e di cifre, quello che ci preoccupa è che al Ministero hanno deciso di tagliare le entità”.
































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