“Nel 2010 fui buttato fuori dal Consiglio nazionale, che viene riconvocato adesso quando in molti stanno constatando come sia impossibile convivere con idee plurali in un partito che sconta il vizio di origine di affidarsi a un leader supremo che decide in totale solitudine, dove non e’ ammesso il confronto tra maggioranza e minoranza”. Lo afferma l’ex presidente della Camera Gianfranco Fini, che in un’intervista al Messaggero rileva come ”anche Alfano e i suoi siano stati massaggiati con il metodo Boffo”.
”Alfano e’ stato bravo nel definirsi diversamente berlusconiano, ma ora il suo sentiero diventa ancor piu’ stretto e impervio”, dice Fini. Il segretario del Pdl ”dovra’ fare i conti con un Berlusconi che diventera’ sempre piu’ estremista e radicale, che gridera’ al tradimento e accentuera’ i toni nei confronti del governo, rendendo la vita impossibile a chi non condivide la sua impostazione. Quindi sara’ costretto a scegliere da che parte stare”. ”Molti nel Pdl contestano in modo strumentale che il governo va sostenuto solo se fa quel che vuole il Cav”, dichiara Fini, secondo cui le larghe intese ”al momento sono l’unica alleanza fattibile”. Sul salvacondotto per Berlusconi, ”e’ una richiesta che non ha senso perche’ viola ogni principio di legalita’, non e’ nella logica della politica ed e’ inimmaginabile che il Pd e il presidente Napolitano possano accettare questa richiesta”.
Per l’ex leader di An ”il Ppe in salsa italiana potra’ avere successo solo a patto che non riproponga la vecchia Dc in sedicesimo e se Berlusconi accentuera’ i toni radicali e populisti, riciclandosi come nuova Lega o nuovo Grillo. In questo caso i moderati del Pdl potrebbero sentirsi meglio rappresentati nel Ppe italiano”.
































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