Le mezze punte, si sa, sono imprevedibili. Specie se sulle spalle gli metti una maglia numero 10. Cosi’ puo’ anche capitare che Antonio Cassano spiazzi tutti con il suo sorriso, nei giorni pesanti del calcioscommesse: ‘Tutto bene, ragazzi?’, dice nel ritiro azzurro salutando col sorriso i giornalisti, ovvero i nemici di sempre. Chi lo conosce dice che Fantantonio e’ sempre lo stesso: estroso, un po’ caciarone, pieno di vitalità. E non vuol perdere mai nemmeno a carte, nemmeno con l’amico magazziniere ‘Spazzolino’. Pero’ quel piccolo sottofondo diverso c’e’. E forse basta a farne un Cassano diverso. Meno insicuro dentro. Pronto per Euro 2012. ‘La nazionale mi ha dato una ragione per uscire da quel che mi e’ capitato’, ha confessato in privato e in pubblico l’attaccante del Milan.
La nazionale lo ha messo al centro, li’ dove ama stare. Gli ha dato per la prima volta a un Europeo il riconoscimento del 10, dopo la maglia 18 indossata per far spazio prima a Totti (2004) e poi al suo ricordo (2008, quando il numero magico lo indosso’ De Rossi…).
E dire che quel buco nel cuore scoperto una notte all’improvviso, al ritorno da una delle mille partite di A, aveva sconvolto lui e il calcio italiano. Pochi pensavano che Cassano sarebbe partito per l’Europeo, sette mesi fa quando per 33′ minuti era rimasto sotto i ferri del cardiochirurgo. Oggi e’ pronto per la sua terza volta, lui che in maglia azzurra ha conosciuto l’Europa, ma mai il Mondiale. ‘Quando ho visto Morosini morire, volevo mollare’, ha confessato nelle settimane scorse. Dopo Muamba in Inghilterra, quella tragedia a Pescara: agli amici non aveva mai nascosto le sue paure. Dall’altra parte, pero’, c’e’ stato Prandelli. Quasi un padre, non fosse che l’argomento per il ragazzo di Bari Vecchia e’ delicatissimo.
Non a caso la sua rabbia piu’ grossa, in tanti anni di cassanate e conflitti con i media, fu proprio in tempi lontani per un articolo su chi l’aveva messo al mondo e poi abbandonato. Segni del destino. Il cerchio si e’ chiuso quando Cassano e’ diventato papa’. Scontato dire che il figlio Christopher lo ha trasformato, e fa un anno che e’ al mondo. Ma ha trasformato anche il calciatore: e papa’ Antonio lo ha gia’ ricambiato facendo stampare il nome del bebe’ su una maglietta azzurra di Euro 2012 di taglia giusta. Cassano jr. la potra’ indossare in braccio a Carolina, attesa al seguito dell’Italia nei giorni delle partite in Polonia.
Ancora il destino: l’esordio azzurro avvenne a Varsavia, il 12 novembre 2003. Gol personale e sconfitta, una premonizione del prosieguo. Prandelli spera che la tendenza si inverta, non per la gloria di Cassano – che all’Europeo ha fatto sempre bene – ma per quella azzurra. I numeri sono favorevoli. In 28 partite con l’Italia, Fantantonio ha segnato nove gol: all’esordio, due volte al primo Europeo, e ben sei con Prandelli. A cui pensa di dover molto, se non tutto. Certo, non e’ merito del ct se i grandi del passato e la loro ombra non ci sono piu’. Al massimo, Cassano pensa di dover dividere la scena con Balotelli, cosi’ vicino alla sua gioventu’ calcistica. Anche per questo sembra uno che ha smesso di diffidare di tutti, di sentirsi accerchiato. In fondo, se ti chiamano papa’ e poi te la sei vista brutta in un letto d’ospedale, anche nel calcio puoi vivere una seconda vita.
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