Finisce in archivio il filone romano del caso Berlusconi-Escort. Gli inquirenti di piazzale Clodio hanno accertato che non ci fu alcuna estorsione dietro la consegna di 500 mila euro fatta dall’ex premier, tramite l’ex direttore dell’Avanti Valter Lavitola, all’imprenditore barese Giampaolo Tarantini nel periodo marzo-luglio 2011. Il procedimento, quello per il quale il procuratore Giuseppe Pignatone, l’aggiunto Francesco Caporale ed il sostituto Simona Marazza hanno chiesto l’archiviazione delle posizioni di Lavitola, Tarantini, la moglie di quest’ultimo Angela Devenuto e di due collaboratori, aveva preso spunto dall’ipotesi che dietro quella dazione ci fosse un’estorsione ai danni del ‘Cavaliere’ per evitare dichiarazioni scomode sulla vicenda escort. Circostanza sempre negata dall’ex capo di governo il quale, sia in alcune memorie, sia in un faccia a faccia con i magistrati romani, ha sostenuto non solo di non aver subito alcuna estorsione, ma di aver consegnato il denaro all’ imprenditore barese ritenendolo "un amico in difficoltà".
Lo stesso Tarantini ha dichiarato che quei soldi gli erano stati destinati per riprendere la sua attivita’ imprenditoriale e non per indurlo a mentire all’autorita’ giudiziaria sul caso Escort.
L’inchiesta della procura di Roma ha marciato parallelamente a quella di Bari dove Berlusconi, al contrario, e’ indagato per induzione a rendere falsa testimonianza. Recentemente i magistrati del capoluogo pugliese, dopo un’ iniziale chiusura delle indagini con relativa notifica al leader del centrodestra e di Lavitola (atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio degli indagati), hanno disposto nuove indagini sulle presunte bugie di Tarantini. Le conclusioni dei magistrati di Roma saranno portate a conoscenza del procuratore aggiunto di Bari, Pasquale Drago, che lo scorso luglio ha chiuso l’indagine contestando a Lavitola e a Berlusconi di aver indotto Tarantini a mentire all’autorita’ giudiziaria sul giro di ragazze che si sarebbero prostituite nelle feste che avvenivano nelle residenze dell’ex premier. Gli inquirenti di Bari ritengono che il mezzo milione di euro versato da Berlusconi servisse proprio per evitare che Tarantini raccontasse la verita’.
































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