Cari amici,
la nostra campagna elettorale finisce oggi, quattro giorni prima delle elezioni: l’ennesima beffa di una legge elettorale che è essa stessa simbolo del disagio e delle discriminazioni “riservate” agli italiani all’estero. E se abbiamo votato ancora una volta con una legge-truffa, la responsabilità è solo di chi ha tratto beneficio da questa legge: i partiti prima di tutto, che trovano nella deputazione all’estero una “forza aggiunta” di persone disorientate pronte a schierarsi pur di avere un ruolo qualsiasi. Un ruolo poco chiaro, quello dei deputati e dei senatori ”esteri”, che vengono facilmente “assorbiti” all’interno delle dinamiche politiche nazionali, per l’assenza di quello che dovrebbe essere il “luogo” istituzionale del loro lavoro: una commissione bicamerale permanente sui problemi delle migrazioni e della cittadinanza.
I nostri concittadini emigrati chiedono allo Stato soltanto il rispetto dei loro fondamentali diritti costituzionali: il diritto alla lingua e all’istruzione per i loro figli, il diritto al riconoscimento dei titoli di studio e di quelli professionali, il diritto al lavoro e alla previdenza, il diritto all’assistenza sanitaria, il diritto a una cittadinanza piena e vera.
Ma non c’è nulla da fare. La stessa legge che consente il voto all’estero ha coperto, con 50 anni di ritardo, il “vulnus” costituzionale del diritto di voto per i cittadini italiani residenti all’estero. Ma con Mirko Tremaglia è scomparso anche lo spirito “propulsivo” che aveva portato a questa legge imperfetta, che rappresentava il primo passo di un percorso mai avviato compiutamente.
Ebbene, la crisi epocale che attanaglia le economie mondiali, ha riportato questi temi d’attualità. L’emigrazione è diventata nuovamente un tema di grande attualità. Perché gli italiani “costretti” a cercare lavoro fuori dai confini nazionali sono – di nuovo – tantissimi. Così come tantissimi sono i disperati che dall’Africa e dal Medio Oriente, cercano pace e lavoro in Europa.
Le migrazioni sono il grande tema etico, economico e sociale con cui l’Europa dovrà misurarsi.
L’Anfe, che con i suoi 65 anni di storia, è una delle più antiche associazioni che operano a fianco dei migranti e delle loro famiglie, un anno fa aveva avviato un processo di rilancio della sua stessa presenza “politica” in un contesto tanto travagliato dai fenomeni migratori, quanto disattento alle sue dinamiche politiche e sociali.
Questo processo ha portato, nell’ordine, alla presentazione di una proposta di modifica della legge elettorale per gli italiani all’estero; alla presentazione – al parlamento europeo – di una proposta di legge di iniziativa popolare sulla cittadinanza europea.
Le elezioni anticipate non ci hanno permesso di arrivare alla presentazione di liste ANFE nei cinque collegi della circoscrizione “estero”. Nel silenzio e nel disinteresse di tutti gli altri partiti, abbiamo così accettato l’invito di “Grande Sud” a offrire una candidatura nella lista unitaria del Centrodestra Italiano.
A Grande Sud, devo quindi il ringraziamento più sentito, per aver creduto nelle potenzialità della mia candidatura e per avermi offerto l’opportunità di “esserci”, in rappresentanza della mia associazione, garantendomi grande e assoluta libertà di movimento e di espressione all’interno della lista del Pdl, circostanza che mi pare degna di considerazione e che va tutta a merito dei dirigenti del partito.
Sono orgogliosa del lavoro fatto e dell’appoggio che ho ricevuto. Mi auguro che questo lavoro possa rappresentare l’avvio di una nuova politica per gli italiani all’estero promossa da Grande Sud e dai partiti meridionalisti. Devo infatti un ringraziamento “preliminare” anche all’MPA, il movimento per le autonomie, alleato di Grande Sud, che ha dato il suo sostegno al nostro lavoro di ricerca e di contatto con le comunità di italiani all’estero, in tutta Europa.
Questa esperienza mi ha permesso di incontrare centinaia di persone e di contattarne migliaia. Per parlare dei “nostri” problemi di emigrati, dei nostri diritti “attenuati”, delle nostre ansie e dell’amore per la nostra terra.
Vorrei, tra questi, ringraziare subito gli animatori di alcuni gruppi organizzati che, incuriositi dalla mia candidatura, hanno chiesto di avere maggiori informazioni e poi, senza remore e senza chiedere nulla, hanno deciso di sostenermi. E lo hanno fatto fino alla fine, con passione e convinzione. Ho incontrato persone con una grande, infinita dignità. Ho pianto, spesso, dinanzi a sentimenti tanto puri, sopravvissuti al tempo e alle distanze, agli scandali e alla malapolitica.
Ho incontrato, in questa occasione, giovani di valore – a Londra e Amsterdam – e italiani fortissimi, asserragliati a difesa della loro identità, all’interno dei loro “circoli” in isolate cittadine industrializzate, nel cuore della Germania, del Belgio e della Svizzera. Grazie alla “rete”, ho conosciuto decine di persone che non sono stata in grado di incontrare, in questi 25 giorni di campagna elettorale low-cost. Quando è stato possibile ho parlato con loro attraverso Skype. Con moltissimi ho scambiato messaggi attraverso Facebook. Molti hanno mandato mail. Numerosi hanno telefonato.
Non sappiamo, naturalmente, quale sarà il risultato di questo impegno spontaneo e “passionale”. Sappiamo però con certezza che – da oggi – comincia comunque l’impegno vero, politico. A prescindere dall’esito delle elezioni.
Abbiamo visto che le proposte presentate in questa occasione sono state utilizzate da molti operatori politici. E’ piaciuta l’idea della commissione bicamerale permanente. E’ piaciuta l’idea degli “eurosportelli” affidati alle associazioni per snellire l’attività dei consolati. E’ piaciuta l’idea di permettere ai normali cittadini di scaricare dall’imponibile le spese certificate. E’ piaciuta, soprattutto, l’idea di costruire una rete di relazioni stabili tra i nostri emigrati.
Abbiamo potuto verificare, in questa occasione, che c’è uno spazio enorme, sociale e politico da colmare. In cui sia l’attività dei partiti che quella delle associazioni, potrebbero trovare enormi opportunità di sviluppo.
All’ANFE, infine, va il mio più sincero ringraziamento: per avermi supportato in questa avventura entusiasmante. Il Presidente, il consiglio direttivo, il direttore e la segreteria, i giovani e i responsabili regionali: tutti – con coraggio e determinazione – sono stati al mio fianco senza riserve, insieme a un nucleo ravvicinato, ristrettissimo, di amici sinceri che non hanno mai cessato di crederci.
Mi auguro che questo lavoro non vada sprecato e serva da base alla realizzazione – intanto – di una vera e propria “rete” di collegamento per gli italiani all’estero: per garantire loro un canale di comunicazione con l’Italia. Uno strumento con cui trasmettere informazioni, esigenze, dati e proposte. A una struttura, come l’ANFE, in grado di trasformare queste informazioni in azione sociale.
Grazie a tutti.
Maria Garcia*
*candidata alla Camera col PdL, ripartizione estera Europa
































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