Game over: la campagna elettorale giunge al suo epilogo in un clima di grande incertezza. Mai come in questa occasione il risultato delle urne e’ avvolto nella nebbia. La restituzione dell’Imu promessa da Berlusconi, i comizi urlati di Grillo, la verve polemica sfoderata da Monti, la marcia della sinistra riformista di Bersani preparata dalle primarie vinte dal segretario pd sono stati gli ingradienti di una competizione aspra che si e’ svolta in un paese segnato dalla recessione e dal montare di una nuova stagione di scandali. Ma quando i giochi sono ormai finiti, complice il divieto di diffusione dei sondaggi, c’e’ ancora grande incertezza su quello che succedera’ lunedi’ sera.
Bersani e’ convinto di poter conquistare la maggioranza sia alla Camera che al Senato. Il segretario del Pd ostenta grande ottimismo ma per riuscire nell’impresa deve assicurarsi la vittoria nelle regioni in bilico, che, grazie al Porcellum, risultano determinanti per assegnare la vittoria finale. Pochi voti in piu’ o in meno in Lombardia, in Campania e in Sicilia faranno la differenza. La conclusione della campagna elettorale, per Bersani e Berlusconi, e’ l’ultimo tentativo per accaparrarseli. Entrambi guardano a Grillo: e’ tra gli elettori delle cinque stelle, gente unita non da un’ideologia ma dal desiderio di mandare un messaggio di protesta all’intera classe politica, che i due leader sperano di pescare i consensi che possono dare loro la vittoria. Bersani, in conclusione di campagna elettorale, lo fa giocando la carta della classe sociale: si presenta come il ‘figlio di un meccanico’ , mentre Grillo e’ un ‘miliardario’: spera cosi’ di convincere in extremis quanti tra gli elettori dell’ex comico hanno idee di sinistra. Berlusconi, all’opposto, punta su quelli , tra i grillini, che prima di queste elezioni votavano per il centrodestra: cerca di convincerli a tornare all’ovile spiegando che il voto a Grillo spianerebbe la strada alla vittoria della sinistra e manderebbe Bersani e Vendola dritti a Palazzo Chigi. E in piu’ , dopo la restituzione dell’Imu, promette anche l’aumento delle pensioni minime.
Monti, invece, usa Grillo in un altro modo: il premier mette in guardia dal pericolo del populismo che punta a ‘sfasciare tutto’ per convincere l’elettorato moderato a dargli fiducia, preferendolo a un Berlusconi dipinto come inaffidabile e un Bersani presentato come succube della Cgil.
In questo clima di ‘tutti contro tutti’, il dopo voto, se non ci sara’ un vincitore certo, diventa un rebus del quale e’ difficile oggi intravedere la soluzione. L’Italia non puo’ permettersi l’ingovernabilita’, perche la crisi economica ancora morde e non accenna a mollare la presa: le previsioni sullo stato dell’economia italiana diffuse dall’Unione Europea ci dicono che il paese, nonostante il raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2013, che viene dato per certo (previsione dalla quale Monti legittimamente si compiace), continuera’ a decrescere per tutto l’anno in corso facendo schizzare la disoccupazione a un livello record del 12 per cento.
Comunque vada, per Grillo sara’ una vittoria: piazza San Giovanni a Roma piena dei suoi sostenitori e’ l’evento clou della conclusione della campagna elettorale e mette in ansia gli altri partiti. Ma qualche timore quella piazza lo provoca anche in coloro che hanno a cuore il diritto dei cittadini di essere informati per la decisione degli organizzatori, poi revocata, di tenere i giornalisti italiani fuori dal palco.
































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