Nicosia avra’ due anni in piu’ per rispettare le condizioni previste dal piano di aiuti concordato con Bruxelles. La notizia, che da’ un po’ di respiro a Cipro, arriva nel giorno in cui il ministro delle Finanze Michalis Sarris ha annunciato le sue dimissioni, al termine di una lunga trattativa con i rappresentanti della troika (Ue, Bce e Fmi) per ottenere un piano di salvataggio che ha costretto il governo ad imporre, fra l’altro, un prelievo forzoso del 37,5% sui depositi di oltre 100mila euro custoditi nelle banche. In base all’accordo raggiunto a Nicosia, che dovra’ essere ratificato dai Parlamenti dei Paesi Ue e dall’Eurogruppo, Cipro ricevera’ un prestito per 10 miliardi di euro rimborsabile in 12 anni a un tasso d’interesse di circa il 2,5%. La prima tranche, ha riferito il portavoce del governo Christos Stylianides, e’ attesa per il prossimo maggio. Proprio stamani la troika aveva autorizzato la Banca Centrale di Nicosia a sbloccare il 10% del 40% dei depositi non garantiti oggetto del prelievo forzoso per la ristrutturazione del sistema bancario. L’istituto centrale aveva provato, ma senza riuscirci, a convincere la troika a ‘scongelare’ il restante 40% dei depositi non soggetti al prelievo. Ma in serata e’ arrivata la notizia di un ammorbidimento da parte della Troika, almeno per quanto riguarda i tempi: la concessione cioe’ al governo di due anni in piu’, fino al 2018, per raggiungere gli obiettivi di bilancio richiesti dall’Eurogruppo in cambio del prestito.
Sarris – che e’ stato sostituito dal ministro del Lavoro Haris Georgiades – ha reso noto di essersi dimesso (con il consenso del governo) poco dopo l’annuncio di una parziale riduzione delle drastiche misure imposte alle banche per il controllo dei movimenti di capitale. Fra queste, come prevede un decreto ministeriale entrato in vigore oggi, figura l’innalzamento da 5.000 a 25.000 euro del tetto delle transazioni interne per le quali non c’e’ bisogno dell’approvazione della Banca Centrale e la possibilita’ di staccare assegni per una cifra complessiva di 5.000 euro al mese. Altre restrizioni imposte la scorsa settimana, come il limite di 300 euro per i prelievi dal bancomat e di 1.000 euro in contanti per chi si reca all’estero, sono tuttora in vigore.
Le autorita’ di controllo delle Borse di Nicosia e di Atene hanno frattanto confermato che le azioni della Bank of Cyprus e della Laiki Bank, i due istituti maggiormente colpiti dalla ristrutturazione, rimarranno sospese dalle contrattazioni alle due Borse Valori fino al 15 aprile.
Le dimissioni di Sarris, si sostiene in ambienti vicino al governo, sarebbero state motivate dal fatto che fino all’agosto dell’anno scorso aveva ricoperto la poltrona di presidente della Laiki Bank, smantellata in seguito alla grave crisi che ha investito il sistema bancario dell’isola portando il Paese sull’orlo della bancarotta.
Sempre oggi ha aperto ufficialmente i lavori la Commissione d’inchiesta nominata giovedi’ scorso dal governo di Nicosia per far luce su eventuali responsabilita’, civili ma anche penali, nella crisi del sistema bancario. La commissione, nominata dal presidente Nicos Anastasiades, e’ composta da tre ex magistrati della Corte Suprema: George Pikkis, Panayiotis Kallis e Yiannakis Constantinides. Ad essi il capo dello Stato ha dato disposizione di cominciare ad indagare sulle attivita’ dei propri familiari piu’ stretti per dissipare quanto prima i sospetti addensati su di lui da una campagna di stampa lanciata nei giorni scorsi da media filo-comunisti vicini all’ex presidente Dimitris Christofias. La commissione dovra’ determinare se all’origine della crisi del sistema bancario vi siano ‘responsabilita’ penali, civili o politiche’.
































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