‘Insieme e’ possibile’. Senza ‘personalismi’ e ‘senza populismi inconcludenti e dannosi’. I vescovi italiani benedicono il governo delle larghe intese, unica risposta possibile – dicono – alla ‘mole e complessita’ dei problemi che assillano famiglie, giovani e anziani’. Anzi, tali sono le ‘urgenze’ che chi pregiudichera’ la raggiunta unita’ ne dovra’ rispondere alla ‘storia’. Nella sua prolusione all’assemblea generale della Cei, apertasi oggi in Vaticano, il cardinale presidente Angelo Bagnasco avverte drammaticamente che non e’ piu’ tempo di inutili tatticismi e contrapposizioni, che tutti devono prendere ‘ispirazione’ dall’esempio indicato da ‘disponibilita’ esemplari’, ed e’ chiaro il riferimento a Napolitano. ‘Non bisogna perdere l’opportunita’ – e’ l’appello di Bagnasco -, ne’ disperdere il duro cammino fatto dagli italiani’. ‘L’ora e’ talmente urgente – incalza il presidente dei vescovi – che qualunque intoppo o impuntatura, da qualunque parte provenga, resteranno scritti nella storia’.
Per Bagnasco. ‘dopo il responso delle urne, i cittadini hanno il diritto che quanti sono stati investiti di responsabilita’ e onore per servire il Paese, pensino al Paese senza distrazioni, tattiche o strategiche che siano’. Quindi ‘pensare alla gente’: questa ‘e’ l’unica cosa seria’. E pensarci ‘con grandissimo senso di responsabilita’, senza populismi inconcludenti e dannosi – mette in guardia Bagnasco -, mettendo sul tavolo ognuno le migliori risorse di intelletto, di competenza e di cuore’.
Il capo della Cei indica le tante emergenze del Paese in preda alla crisi economica, alla poverta’ che finora ‘avanzava strisciante’ e che ora e’ un ‘vortice’, ‘un’onda irriducibile e crescente’, che ‘assedia: un fenomeno visibile anche nelle richieste di aiuto che ‘si moltiplicano a dismisura’ alle strutture della Chiesa. E’ il lavoro, comunque, ‘la lama piu’ dolorosa nella carne della gente’, quella che ‘richiede interventi immediati ed efficaci perche’ ogni giorno e’ in gioco il giorno dopo’. E’ urgente quindi, per i vescovi italiani, ‘un forte e deciso piano industriale che, tenendo in casa il patrimonio e la professionalita’ italiana, rilanci con tenacia la produzione nazionale insieme alla necessaria attenzione finanziaria’. Inoltre – e’ l’altro aspetto della ‘ricetta’ Cei – di fronte a un’economia che rallenta non si possono piu’ spremere risorse con ‘pesanti politiche fiscali’.
La Cei dice comunque "no" al lavoro festivo, invita a salvaguardare gli spazi dei rapporti, in primo luogo della famiglia. Ed e’ alla tutela della famiglia tradizionale uomo-donna, contro quindi le unioni gay, che Bagnasco riserva un altro forte richiamo: ‘demolirla e’ un crimine’, attacca, sottolineando che ‘non puo’ essere umiliata e indebolita da rappresentazioni similari che in modo felpato costituiscono un vulnus progressivo alla sua specifica identita’, e che non sono necessarie – aggiunge il porporato – per tutelare diritti individuali in larga misura gia’ garantiti dall’ordinamento’.
Bagnasco punta il dito anche contro le piaghe del gioco d’azzardo, della ‘smania mortale di sfide e di brivido estremo’. E soprattutto contro ‘la ricorrente violenza sulle donne a cui assistiamo con raccapriccio’, indice di un ‘deserto di quei valori spirituali e morali cosi’ spesso denigrati o derisi come merce vecchia da buttare in soffitta’, o frutto di una ‘conclamata liberta’ individuale senza limiti e regole’. Anche di fronte a tutto questo, per Bagnasco ‘e’ l’ora di una grande alleanza educativa’, nella quale tra l’altro ‘si riconosca concretamente il diritto dei genitori a educare i figli secondo le proprie convinzioni’: un diritto delle famiglie oggi pregiudicato dalla ‘pressione della crisi’ e dalla latitanza dello Stato’, e per il quale il presidente della Cei annuncia ‘un raduno di popolo’ nel 2014.
































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