Per Beppe Grillo i giornalisti sono "lupi" da cui gli eletti a Cinque Stelle debbono stare alla larga. Un parere non dissimile da quello dei funzionari e dei commessi di Camera e Senato: anche per loro i giornalisti sono "famelici". Lunedi’ prossimo i 163 parlamentari grillini si affacceranno ufficialmente alle Camere, per le foto e le registrazioni di rito. Nonostante le previsioni della vigilia, non troveranno un clima ostile. Sparite le targhette ‘riservato ai parlamentari’, i vini pregiati alla buvette e finanche i biscotti (per ragioni oscure ai piu’), il Palazzo si e’ abbigliato a misura di grillino. Di piu’: la logica grillina sta prendendo piede anche tra il personale di Montecitorio e Palazzo Madama. Funzionari e commessi, infatti, reclamano maggiore trasparenza, condannano la censura preventiva a cui sono sottoposti dall’amministrazione, e contestano i giornalisti parlamentari: "Sono famelici, sono troppi e si permettono pure falsi scoop moralizzatori", dicono in sostanza uomini e donne in livrea. La ‘rivolta’ grillina dei lavoratori di Camera e Senato, a quanto apprende l’agenzia Dire, e’ avvenuta alcuni giorni fa, nel corso di una riunione di cui resta a memoria un burocratico comunicato sindacale, a firma di A.S.PA, associazione sindacale parlamentare, tra le piu’ influenti e storiche. All’ordine del giorno c’era la delibera dell’ufficio di presidenza della Camera con la quale Montecitorio avrebbe dovuto assumere 30 collaboratori nei ruoli dirigenziali. Una prassi di fine legislatura, questa, contestata tuttavia da una parte del personale interno, anche perche’ comporterebbe un aumento di costi per 3 milioni di euro.
"Con riferimento alla ipotizzata adozione di provvedimenti a favore di personale esterno all’amministrazione – si legge nella nota dell’A.S.PA. in possesso della Dire – questa organizzazione sindacale reputa necessario valutarne innanzitutto la compatibilita’ e la coerenza con un quadro complessivo che muova dal profilo istituzionale proprio del dipendente della Camera dei deputati, e che tenga nel dovuto conto i molteplici e pesanti interventi dalle penalizzazioni economiche al blocco del turn over cui e’ stato sottoposto durante la Legislatura appena conclusa il personale di ruolo a seguito di selettive politiche di risparmio imposte dall’ufficio di presidenza". Liberamente tradotto dal sindacalese: "Ma come: a noi chiedete di fare i sacrifici, e voi vi assumete i portaborse?" Nella riunione del 6 marzo, il giorno successivo alla riunione dei sindacalisti parlamentari, l’ufficio di presidenza della Camera ha deciso di non procedere all’assunzione dei 30 collaboratori dei politici. Ma indipendentemente dal caso specifico, restano in campo le richieste dei funzionari e dei commessi di Montecitorio, che vogliono maggiore trasparenza e sono invece costretti a tacere molte cose.
Nel lessico un po’ ingessato della nota sindacale, l’Aspa "stigmatizza i reiterati attacchi all’autonomia dell’istituzione parlamentare laddove – spiegano – comprensibili esigenze di pubblicita’ e trasparenza vengono pressoche’ sistematicamente trasformandosi in censura preventiva, ovvero in condanna inappellabile rispetto a scelte delle quali gli organi istituzionali preposti detengono la piena titolarita’, minando altresi’ la stessa capacita’ di interlocuzione dei soggetti legittimati, a partire dalle rappresentanze dei lavoratori". Alla regola del silenzio, imposta loro malgrado ai funzionari e ai commessi, non sono assoggettati invece i giornalisti che ‘vivono’ nel Palazzo. L’attacco dei funzionari ai cronisti e’ senza mezze misure e ricorda da vicino quello scagliato da Beppe Grillo, non piu’ tardi di 24 ore fa. "Tale censura – osservano infatti i sindacalisti dei funzionari parlamentari – risulta a sua volta assai selettiva visto che ad esempio mai investe i rilevanti e diffusi costi sostenuti a favore degli operatori dell’informazione, unica fattispecie in costante aumento che, pur godendo di ogni agio all’interno della Camera, si mostrano famelicamente pronti allo scoop moralizzatore". Insomma, la nuova legislatura si annuncia complicata, per chi fa cronaca politica.
































Discussione su questo articolo