Si e’ concluso con la condanna a due anni per i genitori e l’assoluzione delle due assistenti sociali, per non aver commesso il fatto, il processo per omicidio colposo per la morte di Devid Berghi, neonato deceduto a 23 giorni a Bologna, il 5 gennaio 2011. Era stato soccorso il giorno prima in piazza Maggiore, dopo essere rimasto a lungo all’aperto, con padre, madre e un gemellino, esposto al freddo. Ma il gup Alberto Ziroldi ha aperto anche un nuovo versante, trasmettendo alla Procura gli atti e chiedendo di approfondire le responsabilita’ di due medici dell’ospedale Sant’Orsola chiamati in causa dalla perizia disposta su richiesta delle difese.
Si tratta del medico che approvo’ il 29 dicembre le dimissioni dopo il parto e di quello che vide il bimbo, in una visita pediatrica, il 31. La perizia affidata al medico legale Vittorio Fineschi e alla neonatologa Maria Serenella Pignotti sottolinea, in sostanza, che Devid mori’ per insufficienza cardiocircolatoria dovuta ad una grave ipotermia, associata a broncopolmonite. Chi l’ha dimesso non avrebbe valutato adeguatamente che il piccolo il 20 dicembre (era nato il 13, molto pre-termine) aveva gia’ avuto un episodio di distermia, poi risolto. E il giorno della dimissione Devid era ancora un neonato di 33 settimane e 5 giorni di eta’ gestazionale, ancora ai limiti dell’eta’ (34-36 settimane) in cui la maggior parte dei pre-termine raggiunge la maturita’ delle funzioni fisiologiche di base. In piu’, dimesso, pesava 2.430 grammi (2.396 alla nascita) e due giorni dopo era calato di 45 grammi.
‘Doverosamente svolgeremo gli accertamenti necessari che il giudice ci chiede con la trasmissione degli atti’, ha detto il procuratore aggiunto e portavoce della Procura di Bologna, Valter Giovannini. La sentenza ‘riafferma con forza come la prima posizione di garanzia e tutela nei confronti dei minori spetti ai genitori’.
































Discussione su questo articolo