Silvio Berlusconi, intervistato dal Fatto Quotidiano, parlando del patto del Nazareno, spiega: "Noi abbiamo votato sì per amore di riforme, per spirito di Stato, ora valutiamo l’accordo con Renzi. Se ci conviene, diciamo sì". Perché scheda bianca a Mattarella? "Il metodo di Renzi ci ha delusi. Il problema non è il nome di Mattarella. Sapete che gli ho formulato i migliori auguri per primo? Oggi (ieri, ndr) non ci siamo parlati, ma sono convinto che mi darà presto udienza al Quirinale. Mattarella è una brava persona, ha una bella immagine con i capelli bianchi".
Sulle polemiche all’interno del partito, Berlusconi afferma di non essere preoccupato. "I contrasti sono emersi perché io ero confinato in quel di Arcore. Com’è l’adagio in milanese? Insomma: quando il gatto non c’è, i topi…".
Intanto il leader azzurro ha convocato per le 11.30 di oggi l’ufficio di presidenza di Forza Italia e alle 15 vedrà i gruppi parlamentari di Camera e Senato. La decisione arriva dopo il faccia a faccia avuto ieri a Palazzo Grazioli con Denis Verdini e il ‘dissidente’ Raffaelle Fitto. Quest’ultimo farà una conferenza stampa alla Camera, in contemporanea con l’ufficio di presidenza, durante la quale dovrebbe riferire la posizione dei ‘dissidenti’ all’interno del partito.
MEDIOLANUM Silvio Berlusconi si oppone alla vendita della sua quota Mediolanum imposta da Bankitalia, sia perché la ritiene eccessiva, sia perché non dispera prima o poi di recuperare l’onorabilità perduta con la sentenza Mediaset. L’ex premier, stando a quanto scrive ‘il Corriere della Sera’, si gioca nell’immediato la carta del Tar con udienza mercoledì 11 febbraio davanti al Tar del Lazio contro il provvedimento della Banca d’Italia che gli ha imposto di vendere il 24% di Mediolanum. La tesi degli avvocati Andrea Di Porto, Luigi Medugno e Andrea Saccucci è che la norma che ha portato all’obbligo di vendita, sia incostituzionale, e contrasterebbe con le norme del diritto comunitario che prevedono, per casi simili, solo il congelamento dei diritti di voto. Per questo motivo i legali chiederanno alla terza sezione del Tar presieduta da Francesco Corsaro di portare il caso alla Corte Costituzionale. In secondo luogo, Bankitalia non avrebbe tenuto conto di un regolamento ministeriale che in via transitoria esclude l’applicabilità della norma a situazioni preesistenti.
































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