Le prossime elezioni italiane rivestono un’importanza forse paragonabile a quelle del 1948, quando si dovette decidere da che parte stare tra l’Occidente e l’Unione Sovietica. Oggi la scelta è meno drammatica, ma non per questo meno rilevante per il nostro futuro.
Dopo un periodo durante il quale solo emergevano gli scandali e con un partito che stava affondando, si è visto che Berlusconi non è Schettino. La riscossa che sta finalmente mettendo in atto è ardua, ma è ancora possibile. Con il suo ritorno in campo, siamo tornati a parlare di politica e delle cose che si debbono e che si possono fare. E le ricette indicate dal centrodestra sono quelle di cui il Paese ha bisogno: riforma dello Stato, minore pressione fiscale, difesa degli interessi nazionali nei confronti di un’Europa asservita agli interessi della Germania. É vero che in passato i risultati che si attendevano non sono stati ottenuti. Ma questo non significa che ora ci si debba affidare alle deleterie politiche stataliste della sinistra, o dare continuità alla disastrosa politica recessiva di Monti, o affidarci al populismo disfattista di Grillo. Chi condivide le nostre posizioni non può che augurarsi che, sbarazzatici di certi falsi alleati e possibilmente anche dei vari Fiorito e Minetti, si possano rivincere le elezioni. Per questo, anche noi Italiani all’estero siamo chiamati a fare la nostra parte.
































Discussione su questo articolo