"’Poteva andare peggio’. Enrico Letta – scrive La Repubblica – accoglie con un misto di sollievo e irritazione il comizio di Silvio Berlusconi in Via del Plebiscito. Bene perche’ il Cavaliere non ha attaccato il governo e soprattutto non e’ andato allo scontro frontale con il Capo dello Stato. Male perche’ ha picchiato sulla magistratura, con toni e concetti giudicati ‘inaccettabili’. Eppure il dato politico dice che per ora il governo va avanti. Il premier che era pronto a rassegnare le dimissioni nel caso Berlusconi avesse esagerato, ora si rituffa nel lavoro che lo attende in settimana. Anche se avverte: ‘Avremo modo di verificare il sostegno al governo annunciato da Berlusconi nei fatti concreti dei prossimi giorni, che saranno cruciali’. Letta ha seguito il discorso di Berlusconi da Pisa, a casa dei genitori in compagnia anche della moglie e dei figli. ‘Bene – e’ stato il commento a caldo – ma la prova del nove ci sara’ gia’ questa settimana con il Parlamento che deve approvare il decreto del Fare, quello sul lavoro e gli altri provvedimenti in scadenza. E poi dobbiamo preparare il Consiglio dei ministri chiamato a varare nuovi decreti’.
Insomma, si verifichera’ giorno dopo giorno la tenuta della pattuglia governativa del Pdl, i ministri, e di quella parlamentare alla Camera e al Senato. E proprio l’assenza dei ministri azzurri alla manifestazione di Via del Plebiscito e’ un altro dato che il premier parlando con i collaboratori ha definito ‘apprezzabile’, che fa ben sperare. C’e’ pero’ anche il bicchiere mezzo vuoto, ovvero il violento attacco che Berlusconi ha riservato alle toghe. Che ha fatto saltare sulla sedia Letta. ‘Da parte nostra c’e’ una totale differenza di valutazione sui magistrati, sono parole assurde perche’ l’indipendenza della magistratura e’ un pilastro assoluto della nostra Costituzione’. Commento, questo del premier, che ha un’immediata ricaduta politica sul governo. Gia’, perche’ il Pdl torna alla carica sulla riforma della giustizia, auspicata anche da Giorgio Napolitano. Ma il faro, ovviamente, e’ il Colle, non Palazzo Grazioli. Dunque, spiegava in serata il premier, ‘non possiamo fare una riforma della giustizia ispirata all’approccio avuto ieri da Berlusconi e che non sia rispettosa dell’indipendenza delle toghe. Se invece si parla di riforma basata sul testo dei saggi nominati lo scorso inverno dal Quirinale, come auspicato dallo stesso Napolitano, allora il discorso cambia. Di certo proposte in linea con il discorso di ieri di Berlusconi sarebbero irricevibili’".
La Stampa riporta le reazioni del Pd: "Sono le sette della sera, Guglielmo Epifani ha appena finito di ascoltare e leggere i resoconti di agenzia del discorso di Silvio Berlusconi, ed il suo tono e’ sconsolato: ‘Certo, c’e’ un aspetto positivo: e cioe’ che, dopo tanto rumore, Berlusconi ha assicurato che il governo va avanti perche’ ci sono importanti provvedimenti economici da portare avanti. Ma i toni verso la magistratura restano sprezzanti, offensivi e per noi inaccettabili. Andare avanti cosi’ diventa dura…’. Il segretario Pd aveva fatto precedere queste parole da una nota ufficiosa che lasciava poco spazio a interpretazioni ottimiste: ‘E’ il solito Berlusconi, con la solita doppiezza: da una parte rassicura e fa la vittima, dall’altra minaccia e usa torni duri verso la magistratura… L’orizzonte e’ il suo interesse e non l’Italia: mentre dice che il governo deve andare avanti, si comporta in modo da logorarlo’. Ed e’ questo il timore numero uno di un partito democratico incerto sulla rotta da tenere e lacerato da tempo da una aspra discussione precongressuale: che il Pd paghi un prezzo pesante presso il suo elettorato (per il fatto di restare al governo con un Berlusconi ormai definitivamente condannato) senza che questo venga compensato da un’attivita’ di governo che renda utile e comprensibile il "sacrificio". Ed e’ precisamente questo il problema che Guglielmo Epifani porra’ oggi ad Enrico Letta, col quale ha gia’ fissato un incontro. Guglielmo Epifani porra’ il problema di un rapido chiarimento con il Popolo della liberta’. Questo chiarimento potra’ assumere forme diverse (da un confronto tra i l premier e i segretari di maggioranza, fino ad un faccia a faccia Pd-Pdl) ma dovra’ giungere ad un approdo chiaro e, per quanto possibile, definitivo. Il leader dei democratici, infatti, ha intenzione di convocare gia’ per i primi giorni di questa settimana una riunione della Direzione, per altro sollecitata a gran voce dalle diverse anime del partito, renziani in testa. Nel Pd, infatti, monta l’insofferenza verso un assetto di governo che, dopo la condanna definitiva di Berlusconi, e’ giudicato ormai insostenibile".
































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