Ho sentito alcuni discorsi di Beppe Grillo. Egli continua a dire di volere eliminare i partiti e che il suo movimento si scioglierà quando avrà centrato i suoi obiettivi. Io trovo che egli non sia costruttivo. In primo luogo, se non ci fossero i partiti, mi si scusi il bisticcio, al potere salirebbero i poteri forti (come la finanza) o l’esercito. Ora, i partiti hanno dei difetti. Lo stiamo vedendo anche in questi giorni, con il caso della Banca Monte dei Paschi di Siena e del Partito Democratico. Essi vanno riformati ma non eliminati. Per esempio, va abolito il finanziamento pubblico ai partiti. Il finanziamento pubblico ai partiti è un grosso spreco di denaro pubblico. Un altro provvedimento che si deve prendere è la revisione della legge sulle fondazioni bancarie. Le banche vanno separate dalle fondazioni. I partiti devono essere finanziati dai loro aderenti e non con i soldi dello Stato.
I soldi dello Stato devono servire ai cittadini. Eliminare i partiti, però, significa dare il Paese in mano ai poteri forti. La prova è il governo Monti.
Il governo Monti è il prodotto della debolezza dei partiti. I partiti sono le organizzazioni che tengono insieme i cittadini e la politica. Se non ci fossero, la stessa democrazia cesserebbe e ci sarebbe una grande confusione.
































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