Beppe Grillo non si sposta di una virgola. Aveva detto “nessuna fiducia ai partiti” e mantiene la parola. Il Movimento 5 Stelle dice no a quel “mercato delle vacche” tanto criticato nei giorni scorsi. Nemmeno gli otto punti presentati nella Direzione del Pd da Pier Luigi Bersani hanno convinto il comico genovese. Non c’è trippa per gatti, dunque, il M5S proprio non ci sta, non ha alcuna intenzione di dare il proprio sostegno a quelle forze politiche responsabili di avere portato l’Italia sull’orlo di un precipizio.
Sul blog di Beppe Grillo due interventi che non lasciano spazio a dubbi e che fanno capire qual è la linea del movimento. Uno è di Dario Fo, che scrive: “Il M5S non e’ in vendita” e poi attacca “i manovratori centro-sinistri”, convinti di arrivare al potere con il “solito modo puttanesco di fare politica” e la logica “del bell’inciucio con tangente che premia la società dei furbacchioni”. Il premio Nobel difende Grillo dalle accuse di populismo (“avete sbagliato termine”) e sostiene che Grillo fa bene “a denunciare immediatamente come ha fatto in questi giorni, le manovre giustamente definite ‘il mercato delle vacche’, orchestrate da parte di alcuni esponenti del Pd”.
C’è poi la riflessione di un attivista 5stelle, Ernesto, che spiega: “Pdl e pdmenoelle hanno piu’ punti programmatici in comune tra loro, ne hanno piú loro che quello che afferma Bersani con il M5S. Non per niente hanno governato per un anno e piú insieme”. Niente da fare dunque: i grillini sfidano destra e sinistra, non si mescolano ai partiti tradizionali e vanno dritti per la loro strada.
Intanto gli eletti del Movimento 5 Stelle mantengono le bocche cucite. Non commentano i punti proposti da Bersani, non si esprimono nemmeno sulla linea scelta da Grillo. Per Fo “la musica è cambiata”, tira un’aria nuova. Ma dove ci porterà questa nuova aria? Chissà. Perché se non si riuscirà a formare un governo, si dovrà tornare al voto quanto prima. Forse è vero, come ha detto nei giorni scorsi il blogger Messora, che l’intenzione di Grillo è quella di tornare alle urne per conquistare la maggioranza assoluta e quindi governare. C’è però il rischio che alle prossime elezioni possa pagare il suo no alle proposte di Bersani, che sono comunque proposte che vanno nell’interesse dell’Italia.
Nel frattempo il leader M5S non ha ancora risposto all’invito di Monti, che ha inviato una lettera a lui, a Bersani e Berlusconi, invitandoli a un incontro per parlare di Europa. Silvio e il segretario democratico hanno già dato la loro disponibilità, non così Beppe. Alfonso Bonafede, deputato M5S, intervistato da Lilli Gruber a “Otto e mezzo”, dichiara: “Non credo che Grillo andra’ da Monti, credo che andra’ da Napolitano quando ci saranno le consultazioni". Bonafede ha anche spiegato che tutte le decisioni del Movimento “passano per il gruppo e attraverso la rete, è una intelligenza collettiva”. In un continuo tira e molla, prima o poi i 5stelle dovranno pur prendere una decisione. Dovranno pure fare un passo avanti, verso le riforme che loro per primi chiedono ai partiti. L’Italia ha davvero bisogno di rinnovarsi. Continuano così, il rischio che corre Beppe Grillo è quello di farsi male da solo.
































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