Centinaia di ciclisti radunati per una ciclo-passeggiata che urlano davanti alla scuola ‘Melissa, Melissa’; l’affetto del vice presidente di Palazzo Madama, Valeria Fedeli, che porta a studenti, docenti e alla citta’ ‘l’abbraccio di tutto il Senato’; la partecipazione sobria ma sentita dei ministri dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, e dei Beni Culturali, Massimo Bray, che indossano le t-shirt donate loro dagli alunni con la scritta ‘Io non ho paura’. Sono queste le istantanee che raccontano meglio la cerimonia di commemorazione del primo anniversario dell’ attentato alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi in cui e’ morta Melissa Bassi e sono rimaste ferite nove persone tra studenti dell’istituto professionale e passanti. Era il 19 maggio del 2012.
Proprio alle 7,42, ora in cui Giovanni Vantaggiato, reo confesso dell’attentato compiuto solo per terrorizzare la gente, aziono’ il comando a distanza che fece esplodere l’ordigno, i ministri hanno deposto fasci di fiori bianchi davanti alla stele che ricorda la povera Melissa. Accanto a loro il papa’ della sedicenne, Massimo Bassi, e il nonno della ragazzina. Non c’era la mamma di Melissa che dal giorno dell’attentato ha preferito non avvicinarsi piu’ alla scuola in cui studiava la sua unica bambina. Proprio davanti all’istituto, in quell’istante, e’ calato un silenzio surreale. Sembrava quasi di risentire il riecheggiare delle bombe e il racconto di uno dei testimoni della strage che al processo a carico di Vantaggiato, per il quale e’ stata chiesta la condanna all’ergastolo, ha raccontato di aver visto, immediatamente dopo il boato, l’amica di banco di Melissa, Serena Greco, che ‘mi veniva incontro e mi diceva ‘Melissa, Melissa”. ‘Le due ragazze – ha spiegato l’uomo – sembravano completamente carbonizzate’. Scene in stile Beirut, dunque, quelle vissute a Brindisi esattamente un anno fa con i feriti sul selciato, i libri e i quaderni per terra che sventolavano mezzi bruciacchiati.
‘I ragazzi non devono aver paura di andare a scuola, – ha detto il ministro Carrozza – che penso sia la cosa piu’ terribile che possa capitare, perche’ la scuola e’ un posto in cui si va per imparare, per stare insieme agli altri, per entrare nella societa’. Ho voluto la maglietta con la scritta ‘Io non ho paura’ anche perche’ in questi giorni molti studenti mi stanno regalando magliette sulle quali sono riportati i problemi della scuola italiana, ma anche le speranze’. Dello stesso tenore l’intervento del ministro Bray. ‘Mai piu’ violenza nella scuola – ha sottolineato – perche’ e’ un luogo sacro dove i ragazzi e le ragazze devono formare il proprio futuro. Troppo a lungo abbiamo trascurato quelli che dovrebbero essere i principali punti di forza di un Paese, troppo spesso siamo stati sordi alle dimostrazioni di disagio, alle testimonianze sul grado di abbandono delle strutture scolastiche, alla nostra incapacita’ di dare il giusto riconoscimento sociale agli insegnanti: questi devono essere i punti prioritari dell’agenda del nostro governo’. Mentre i ministri parlavano le compagne di Melissa che riportarono le ferite piu’ gravi nell’esplosione – Azzurra, Selena, Sabrina – annuivano. Accanto a loro i sindaci di Brindisi, Mimmo Consales, di Mesagne, la citta’ di Melissa, Franco Scoditti, e l’ arcivescovo di Brindisi, mons. Domenico Caliandro, che ha officiato un breve rito commemorativo e che nel pomeriggio ha celebrato una messa a Mesagne prima dell’inizio della fiaccolata in ricordo di Melissa.
Davanti alla scuola poco o nulla e’ cambiato. Il chiosco le cui telecamere ripresero Vantaggiato mentre azionava le bombe e’ sempre li’: non ha esposto nessun cartello in ricordo di Melissa ma ha aperto di buon mattino per vendere cornetti e cappuccini.
































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