Chi ieri pomeriggio ha investito e ucciso una donna che attraversava sulle strisce a San Donato Milanese (Milano) potrebbe essere un autista dell’Atm, l’azienda di trasporti milanese. E’ quanto emerge dai primi riscontri degli investigatori della polizia locale, che per tutto il giorno e la notte hanno cercato di scoprire l’identita’ dell’investitore e della vittima, un lavoro complesso per motivi diversi.
Per Renata Vago, pensionata di 65 anni che abitava in zona col marito, la difficolta’ e’ stata dovuta soprattutto allo stato in cui i soccorritori hanno trovato il corpo: decapitato e quasi irriconoscibile a causa del trascinamento sull’asfalto per decine di metri. Per l’investitore, invece, e’ stato necessario analizzare il transito dei mezzi pesanti (i maggiori indiziati sin dal primo momento) nel tratto di via Emilia interessato, precisamente quello che incrocia via Moranti. Le telecamere di sorveglianza non hanno ripreso l’incidente ma hanno fornito utili elementi alla polizia locale per individuare il bus in questione, che al momento dell’impatto era in regolare servizio e con circa venti passeggeri a bordo.
Pare che le persone abbiano avvertito un sobbalzo – forse scambiato per un dosso – ma nessuno si e’ accorto della tragedia.
Come sia stato possibile non e’ ancora chiaro, ma il buio e la pioggia potrebbero aver avuto un ruolo importante. L’ipotesi e’ che la Vago sia finita nel cosiddetto "angolo cieco" che si crea quando l’autobus svolta a destra e la visibilita’ dell’autista e’ molto ridotta. Una dinamica non nuova, che ricorda la morte della 42enne Barbara Papetti, investita nel luglio scorso da un autobus Atm della linea 51 all’altezza del civico 204 di via Padova, all’angolo con via Arici.
L’unico dato certo, finora, e’ che il corpo di Renata Vago e’ stato trovato a circa 40 metri di distanza dal punto d’impatto, probabilmente trascinata con le ruote posteriori del mezzo. Il comandante della polizia locale di San Donato, Fabio Allais, ha spiegato all’Ansa: "Non abbiamo ancora ascoltato ufficialmente i passeggeri, stiamo lavorando per ricostruire con esattezza la dinamica; in ogni caso l’autista e’ stato indagato per omicidio colposo e omissione di soccorso e l’autobus e’ stato sequestrato dall’autorita’ giudiziaria". Intanto, l’Atm e’ intervenuta a difesa del suo dipendente avanzando l’ipotesi che la donna fosse gia’ stata investita da un’auto pirata e che l’autista abbia travolto il cadavere.
"Non so in base a quali elementi l’Atm faccia un’affermazione simile – ha commentato il comandante Allais – Le nostre indagini non sono ancora arrivate a conclusioni simili, quindi non posso confermarle". L’Azienda ha precisato in un comunicato di aver "collaborato attivamente" con gli investigatori sin dalle prime ore, ma ha aggiunto che "il bus posto sotto sequestro e’ stato lungamente ispezionato dagli inquirenti e non pare essere stato interessato da urti rilevanti". Inoltre, "l’autista oggetto delle indagini e’ rimasto regolarmente in servizio fino alle ore 21.00 circa" e "non puo’ essere definito pirata della strada, un epiteto infamante che non merita, soprattutto sulla scorta di quanto fin qui accertato. Un dipendente con una lunga esperienza lavorativa e uno stato di servizio impeccabile".































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