E’ un ‘triste primato’ quello dell’Italia. E’ il paese che in Europa detiene il record dei procedimenti ‘cancellati’ dalla prescrizione, 130 mila nel 2012, e ‘paradossalmente’ e’ in pole position per ‘il piu’ alto numero di condanne della Corte europea dei diritti dell’uomo per l’irragionevole durata dei processi’.
E’ stato una sorta di grido di allarme quello lanciato oggi dal Presidente della Corte d’Appello di Milano Giovanni Canzio alla cerimonia di apertura dell’anno giudiziario. Un allarme che passa anche attraverso il sovraffollamento delle carceri e che ha portato l’alto magistrato a rivolgere ai rappresentanti delle istituzioni seduti in platea, primi tra tutti il presidente del Consiglio Mario Monti, ‘un forte appello alla ragione’. ‘Si proceda presto – ha detto Canzio chiudendo il suo intervento – in un clima di proficuo dialogo, a nuove e piu’ meditate scelte operative in tema di Giustizia, ad effettiva tutela dei bisogni e dei diritti fondamentali della persona’.
Gia’ l’anno scorso il Presidente della Corte aveva parlato della prescrizione. L’aveva bollata ‘agente patogeno’ ma anche ‘agente terapeutico’ poiche’, se solo fosse stato un fatto eccezionale, poteva sollecitare un ‘maggior rigore ed efficienza organizzativa’ della macchina processuale. Da allora, invece, a quanto pare si e’ rivelata solo una patologia, ha ribadito stamane Canzio: ‘scoraggia’ il ricorso ai riti alternativi, ‘incentiva strategie dilatorie e implementa strumentalmente le impugnazioni’. Per tanto l’attuale disciplina della prescrizione del reato ‘appare illogica’ nella parte in cui favorisce ‘il grado di ineffettivita” del processo penale e ‘la sconfitta dell’ansia di giustizia delle vittime e della collettivita”.
Ma l’intervento di Canzio – al quale ha replicato il procuratore generale Manlio Minale con la sua visione opposta delle questioni nodali del sistema giudiziario -, ha toccato altri temi: dall’auspicio, laddove e’ possibile, a ‘un piu’ largo uso’ delle archiviazioni per arginare l’assedio’ di una ‘smisurata quantita’ di notizie di reato’, al dovere del rispetto dei termini delle indagini; dalla necessita’, riferendosi al caso Sallusti, di adottare soluzione alternative al carcere ‘nel settore dell’informazione’, fino a un altro dei problemi piu’ allarmanti che stanno attraversando tutta Italia. Facendo eco al Guardasigilli, il Presidente della Corte d’Appello non si e’ dimenticato del ‘sovraffollamento degli Istituti di pena che accomuna la quasi totalita’ delle Case Circondariali’.
In Lombardia ci sono oltre 2500 detenuti in piu’ rispetto alla capienza, mentre a San Vittore, il carcere nel cuore di Milano, quasi 500. E ricordando la recente condanna e le raccomandazioni di Strasburgo, Canzio non ha esitato a dire: ‘la densita’ della popolazione carceraria supera dunque ogni livello di tollerabilita’ e lede in modo grave e non piu’ giustificabile la dignita’ delle persone, tanto da porre in dubbio la legittimita’, nelle condizioni date, delle modalita’ di esercizio del diritto punitivo dello Stato’.
































Discussione su questo articolo