E cosi’, pare che Silvio Berlusconi abbia deciso di correre ancora una volta per conquistare Palazzo Chigi. Pare che glielo suggeriscano i sondaggi, che danno il partito in caduta libera senza di lui e al 30 per cento con lui al timone. Angelino Alfano, segretario del PdL, candidato premier mancato, se ne fa addirittura fautore: "Glielo stiamo chiedendo in tanti e sono convinto che lo farà". Insomma, dal cilindro dell’uomo di Arcore non ci si poteva aspettare altro: del resto, Silvio non puo’ avere delfini e lui lo sa. Silvio è troppo, è esagerato, è tutto lui: Silvio è inimitabile. Non esiste un erede del Cavaliere.
Ma la decisione di Berlusconi rispecchia, se volete, la grande confusione che regna da mesi dentro il Popolo della Libertà. Dopo tanto parlare e discutere, dopo avere annunciato congressi e primarie, dopo aver parlato di volti nuovi e addirittura di un fantomatico papa nero, l’unica vera notizia è che il partito punterà ancora su Silvio Berlusconi per esistere e tentare l’impresa di riprendere il sogno interrotto. Sai che novità! Ancora il Cav è l’unico cavallo di battaglia su cui poter puntare. Il PdL è lui e lui è il PdL. Non c’è storia.
Ma la verità potrebbe essere un’altra: Berlusconi che scende in campo per vincere la sfida contro Berlusconi. Sì, proprio così: e’ Silvio il vero sfidante di Silvio. Il Berlusconi del "meno tasse e meno Stato" sfida il Berlusconi del bunga bunga e delle avventure giudiziarie, dello sputtanamento internazionale e delle olgettine.
Il rospo del pensionamento forzoso deve essergli rimasto in gola ad avvelenargli le feste: il vecchio tycoon che prova il sapore amaro della sconfitta non pensa ad altro che alla rivincita. Certo, c’è da affrontare l’esercito della Grande Alleanza delle cancellerie europee schierato in forze contro di lui, e lo stesso Monti è parso a molti profeta di sventure per lui quando gli ha voluto ricordare la sua "umiliazione" al G20 del novembre scorso. Se l’Europa avanza, come i tempi richiedono, avanza un potere sovranazionale che non è certo quello del popolo berlusconiano. Ma forse il Berlusca pensa a Monti al Quirinale per scongiurare gli attacchi frontali. Chissà quante cose rimugina in quella mente fumante di idee per il Paese e di possibili strategie difensive dai tanti nemici; cosa si aspetta di vivere tornando a settembre dall’esilio della sua isola: cento giorni di nuova gloria? Gli basteranno? Corsi e ricorsi storici ci fanno temere una Waterloo, ma la Storia si può anche riscrivere.
Fa bene dunque al centrodestra italiano il ritorno del Cav? Forse spezza la monotonia, paradossalmente, di un PdL appiattito su se stesso. Ma l’ultima trovata di Silvio e’ una mazzata per il partito. Berlusconi avrebbe fatto bene a far quello che aveva annunciato più volte, il "padre nobile" del PdL. Aveva detto che, non avendo potuto portare a termine le sue riforme, sarebbe uscito dalla scena politica italiana definitivamente. E invece eccolo lì, ancora sul palco. Con tutto quello che ne consegue: il partito – se si chiamerà PdL o troverà altro nome poco importa, sarà sempre la solita roba – si spaccherà, perchè non tutti sono convinti che il suo ritorno in pista sia la soluzione a tutti i problemi. E gli alleati più moderati si allontaneranno ancora di più, perchè per loro Berlusconi rappresenta un ostacolo al dialogo e all’unione.
Certe cose al Cav le dicono solo pochi coraggiosi. Ed e’ un peccato. Silvio non ha più il carisma di un tempo, l’età avanza per tutti e con l’età il rincoglionimento è progressivo, è fisiologico, succede a tutti. Berlusconi è dunque impazzito? No. E’ alle corde. Come tutto il PdL. Che o gioca la carta del Cav o può dire da subito addio alla vittoria nel 2013. Se dipendesse da voi, cosa suggerireste al Cav?
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