Mario Monti porta la ‘Nuova Italia’, quella uscita dalla ‘palude’, nei paesi del Golfo, con una missione che lo vedra’ da stasera toccare Kuwait, Qatar, Oman e Emirati Arabi. Una missione destinata a trasformarsi in un ‘road show’ per attrarre i grandi capitali arabi e aprire nuove strade alle imprese italiane nella regione. E forse anche per corteggiare i fondi sovrani a investire nel sistema Italia e, perche’ no, nei suoi titoli del debito.
Ma la visita del Premier arriva anche in un delicatissimo momento dello scacchiere internazionale, con i venti di guerra che spirano in Mo e il premier israeliano Benjamin Netanyahu che proprio oggi ha telefonato al Professore. Per chiedere all’Italia di svolgere un ruolo di mediazione. Mediazione con il nuovo Egitto di Morsi con cui l’Italia vanta ottimi rapporti cosi’ come con gli altri protagonisti delle Primavere Arabe. E con i paesi del Golfo che stanno assumendo un ruolo nella partita.
Monti arriva cosi’ stasera in Kuwait anche con un altro dossier da approfondire. Oltre quello di rilancio dell’immagine italiana nei ricchi paesi arabi, alla ricerca di nuove collaborazioni e forse di nuovi investitori nell’azienda Italia.
Perche’ anche se le necessita’ di finanziamento per l’anno prossimo dovrebbero registrare 20 miliardi in meno di quest’anno, nel 2013 dovranno essere piazzati oltre 400 miliardi di titoli tricolore. Magari anche ai fondi di paesi come Kuwait, Emirati e Qatar, potrebbe essere l’idea del Professore che arrivera’ a Doha anche con una nuova credenziale: la legge anticorruzione appena approvata da illustrare all’Emiro Sheik Hamad bib Khaifa Al Thani che prima dell’estate aveva espresso interesse a investire in Italia ma si era detto fino a quel momento frenato dalla preoccupazione di un sistema corrotto.
La missione del premier nel Golfo si inserisce su quel solco della diplomazia economica per rilanciare la presenza e il peso dell’Italia nel mondo offrendo rassicurazioni sulle opportunita’ di investire nel paese (molti e diversificati sono gli interessi arabi, dalla moda al turismo, dall’energia alle comunicazioni e i media). Ma anche a gettare le basi per nuovi canali di internazionalizzazione per le imprese italiane nell’area, sotto forma di investimenti e commesse. Sullo sfondo della visita, oltre alla difficile situazione israelo-palestinese, restano poi anche gli altri cruciali temi di politica estera: i colloqui nel Golfo saranno una importante occasione di confronto anche sulla crisi siriana, il dossier iraniano e le Primavere Arabe. Nella sua missione che vedra’ per la prima volta dopo 5 anni un premier italiano tornare negli Emirati (l’ultimo viaggio risale a Prodi nel 2007) sono previsti accordi, dichiarazioni congiunte, protocolli: una serie di passaggi prodromi ad una sempre piu’ fitta collaborazione a cominciare da settori quali la difesa, le grandi opere, le infrastrutture petrolifere e la partecipazione al processo di privatizzazione e gestione del demanio. Senza dimenticare turismo e collaborazione culturale.
Con Paesi che vantano i Pil procapite tra i piu’ alti del mondo, una consistente fetta di riserve petrolifere (Kuwait e Emirati hanno oltre l’8% per uno di quelle mondiali) e che rappresentano un’area strategica, un ‘hub’ verso l’intera regione. Il clima in Italia non e’ certo dei piu’ distesi (tra il ddl stabilita’ e il nodo della data delle elezioni) e la prossima settimana sara’ cruciale anche per l’Ue dove e’ atteso il vertice straordinario sul bilancio: appuntamento cui i 27 si preparano a fare ‘nottata’ (e forse non solo una) per le tante divisioni. Ma Monti non dimentica l’importanza della proiezione internazionale della penisola. E nonostante le intense giornate riesce a ‘strappare’ tre giorni per la sua missione nel Golfo che lo vedra’ sbarcare stasera a Kuwait City, prima tappa del tour.
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