Prove tecniche di normalita’. A due settimane esatte da quella scossa delle 4.05 che causo’ 7 vittime a Sant’Agostino, nel Ferrarese, si prova, non senza fatica, a voltare pagina e a guardare avanti. Tra i capannoni delle fabbriche ancora in difficolta’, il municipio sventrato – triste simbolo del sisma che ha squassato questa parte di Emilia – i camper ai bordi delle strade e le tende ‘igloo’ in giardino. ‘Si prova a ripartire come si puo’ – racconta il parroco don Gabriele, prima di celebrare una delle tre messe domenicali sotto il tendone adagiato nel giardino della scuola materna -: la scossa di martedi’ si e’ sentita bene anche qua e ha fiaccato un po’ i cittadini proprio quando si iniziava a tornare alla normalita”. Ad ogni modo, pur col peso del lavoro che rischia di calare drasticamente a causa dell’economia ferita, si guarda al futuro. ‘Dovevamo celebrare le comunioni il 20 e le cresime il 27 maggio – argomenta ancora don Gabriele – adesso ci organizzeremo’ quantomeno ‘per la comunione’ e poi ‘ci prepareremo per il centro estivo dei ragazzi’ aprendo presto le prenotazioni’.
Intanto, nonostante molta gente diffidi dal rientrare a casa, al centro di accoglienza del Palareno, le presenze iniziano ad assottigliarsi. ‘Ci sono 150 persone – spiega l’assessore comunale ai Lavori pubblici, Filippo Marvelli – ben al di sotto dei numeri dei primi giorni’, quando si era arrivati a 300 presenze. Alcune persone sono ospitate da ieri in alberghi, agriturismi e bed&breakfast nel Ferrarese e ‘diversi extracomunitari – prosegue l’assessore – hanno trovato ricovero da parenti, mentre molti altri sono tornati nella loro madrepatria. Poi – chiosa – abbiamo aperto anche un campo a San Carlo’.
Frazione tra le piu’ colpite dalla scossa del 20 maggio, con il manto stradale e i campi disseminati di voragini, anche San Carlo tenta il ritorno alla normalita’ malgrado la zona rossa in pieno centro e il viavai di volontari della Protezione civile, dei Vigili del fuoco e delle forze dell’ordine. ‘Stiamo facendo i controlli del territorio per vedere se c’e’ rischio di liquefazione – racconta un volontario della Protezione civile – e poi delle case. In paese diverse abitazioni sono agibili, ma la gente ha paura’ e molti ripiegano su camper e tenda in giardino. ‘La mia casa e’ nella zona rossa – spiega invece Marino Garosi – e’ agibile, ma il problema sono le scale. Ieri sera – osserva – una scossa ha creato una crepa larga un dito. Vorra’ dire – scherza – che mettero’ una fune: ho 75 anni, ma la paura moltiplica le forze’.
Fuori dalla zona rossa nella caffetteria e pasticceria ‘San Carlo’ davanti a una brioche e un cappuccino, si parla di Prandelli e di Buffon, della parata del 2 giugno e delle notizie di attualita’; al centro sportivo di Sant’Agostino c’e’ chi gioca a tennis sulla terra rossa e al bar ‘Piccadilly’, proprio davanti al municipio sventrato, c’e’ chi guarda il lampadario di 5 metri donato da Italo Balbo e scherza: ‘Mica lo vorrei io in casa, pensa un po’ pulirlo…’.
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