Riapre la scuola e i problemi spalancano le porte. Oggi la ripresa, antichi e presenti i disagi. Insegnanti, bidelli, aule, sicurezza, caro libri, caro attrezzature del materiale scolastico: in Italia la scuola si presenta con la solita brutta faccia. La riapertura coinvolge oggi l’intero territorio nazionale, laddove nei giorni scorsi alcune regioni hanno scelto di anticipare la ripresa delle lezioni.
Val d’Aosta e Molise in particolare hanno riaperto le aule scolastiche prima di altre. Ma proprio in Molise, a Campobasso, si registra il primo clamoroso caso stagionale. Una spia inquietante di quella che è la situazione italiana in ambito scolastico.
Il sindaco di Campobasso ha disposto, con tanto di ordinanza, la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado. La materna non esclusa. Il motivo del provvedimento emanato dal primo cittadino Di Bartolomei? La mancata comunicazione dell’avvenuta approvazione di un decreto che risale al 2011. In Veneto il problema sono i bidelli. Le scuole ne sono sprovviste e il Provvedimento agli studi non sa a quale santo votarsi. I collaboratori scolastici sono diventati in zona praticamente introvabili.
La scuola in Italia, alla riapertura, presenta la sua solita, immancabile, tradizionale faccia scura. I numeri denunciano situazioni inquietanti, al limite. La scuola è bersaglio ininterrotto e vittima evidente della carenza di risorse. Che sono praticamente a zero.
I tagli, poi: la scuola continua a subirne di tutti i tipi. A Milano la popolazione studentesca è aumentata quest’anno di 3.000 unità. Laddove la il numero degli insegnanti accusa una riduzione di 2.000 docenti. Preoccupanti le carenze a Bari, 12.000 cattedre sono vacanti. Sì, dodicimila. Un clamoroso record negativo. Anche in una realtà fortemente problematica come quella italiana. Un caso limite anche a Lampedusa, dove sono presenti venti scuole. In vista della ripresa e del conseguente inizio delle lezioni, 19 insegnanti hanno presentato il certificato medico. Saranno assenti oggi alla riapertura dei presidi scolastici, che coinvolge tutta Italia. Le lezioni, in generale, sono riprese in situazioni di chiaro evidente precariato in molti casi. Ampiamente presenti nei numeri.
Il corpo insegnanti, nella sua totalità, è di 665.352 unità. Indagine e studio delle carenze in questo momento fissano in 30mila il numero degli insegnanti che occorrerebbero per la copertura quasi totale delle cattedre nella scuola italiana. Siamo su numeri inquietanti, in queste condizioni è dura, se non impossibile, parlare di istruzione regolare e di esecuzione corretta dei programmi.
In Italia le sedi scolastiche sono 42mila. Di queste, 22.858 vengono ritenute “come vulnerabili da eventi sismici” dal Ministero delle Infrastrutture e della Protezione civile. Un dato allarmante, dopo tre anni di terremoti in Italia e dieci anni di leggi, provvedimenti e stanziamento di fondi. Il dato acquisisce i connotati della drammaticità quando si passa al numero di edifici scolastici effettivamente ispezionati da tecnici e periti: solo il dieci per cento.
I disagi non finiscono qui. Nel conto bisogna considerare anche il sovraffollamento e le strutture non a norma. Il mix delle due cose rappresenta in ogni caso un serio pericolo per la sicurezza di studenti e insegnanti. Anche perché manca un effettivo monitoraggio, in particolare per quanto riguarda le aule non a norma e le problematiche legate alla sicurezza di studenti e docenti. Mentre per il problema del sovraffollamento scolastico il monitoraggio sarà effettuato attraverso la compilazione di test sull’apposito sito www.condecons.it. Il test consente la denuncia di situazioni fuorilegge.
Il problema sicurezza degli edifici scolastici si abbina con quelli che coinvolgono le famiglie. Problemi veri, pesanti, ingombranti, di non facile soluzione. Il caro libri e i costi del materiale scolastico sono spine che provocano acuto dolore. Il Codacons assume sull’argomento una posizione chiara, precisa. Libri, zaini, quaderni, corredo scolastico: l’aumento medio dei costi è del due per cento. Ogni famiglia deve sostenere una spesa annua di 450 euro, fino a 490. Libri esclusi, ovvio. La spesa globale, libri di testo e manuali compresi, oscilla da 840 e 1.000 euro. Costo e numeri dei libri di testo rappresentano ogni anno argomento di discussione e di polemiche. Una circolare del Ministero dell’Istruzione obbliga le scuole ad attenersi a un tetto di spesa. Tetto che viene quasi sempre superato dalle direzioni scolastiche, causando di conseguenza esborsi, per le famiglie, superiori alla spesa massima consentita. Codacons segnala sforamenti sull’ordine del dieci per cento. Da qui la richiesta di provvedere alla denuncia degli istituti che non si attengono alle disposizioni governative. Il problema è che i trasgressori sono troppi e sul caro libro ci campano e s’ingrassano in tanti. Deperiscono le famiglie, che si trovano con le tasche svuotate dal costo e dal numero dei testi scolastici.
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