Dopo il blitz di ieri del premier Mario Monti, che ha sbloccato l’impasse sulla Rai, il cammino verso il rinnovo completo dei vertici dell’azienda e’ tutt’altro che in discesa. Se infatti nell’assemblea dei soci prevista mercoledi’ 13 giugno l’azionista ministero dell’Economia con ogni probabilita’ formalizzera’ le due indicazioni di sua competenza, ovvero Anna Maria Tarantola presidente e Marco Pinto consigliere fiduciario, i nodi – legati in particolare alla posizione del Pd – verranno al pettine in commissione di Vigilanza.
Martedi’ 12 giugno il presidente Sergio Zavoli ha gia’ convocato l’ufficio di presidenza e in quella sede e’ presumibile che, nel rispetto delle procedure di legge e di tutti i legittimi interessi chiamati in causa, proporra’ ai capigruppo di aprire il seggio elettorale, forse nella settimana successiva. Alla Vigilanza spetta, infatti, il compito di indicare sette membri del cda e ratificare, a maggioranza di due terzi, la nomina del presidente. A rigor di logica e’ ipotizzabile che si proceda prima all’elezione dei componenti del consiglio e poi al voto sul presidente, come del resto e’ gia’ accaduto nei due precedenti casi in cui e’ stata applicata la Gasparri (nel 2005 con Claudio Petruccioli e nel 2009 con Paolo Garimberti).
Il problema e’ l’atteggiamento del Pd: se infatti oggi il segretario Pier Luigi Bersani ha ‘aperto’ sul si’ a Tarantola presidente – ok dei democratici peraltro indispensabile a raggiungere la maggioranza qualificata necessaria – ha anche ribadito il no all’indicazione dei propri consiglieri di riferimento. Per il voto sui sette componenti del cda e’ sufficiente che in commissione ci sia il numero legale: nulla vieta, dunque, a Pdl e Terzo Polo di eleggere da soli il nuovo consiglio. E’ lecito, tuttavia, chiedersi se il Pd terra’ il punto fino in fondo, senza cedere all’ipotsesi di avanzare a sua volta nomi ‘di alto profilo’ per il nuovo vertice della tv pubblica. ‘Restiamo critici perche’ non e’ stata cambiata la legge Gasparri – si limita a sottolineare oggi Paolo Gentiloni – ma siamo soddisfatti per il significato di svolta rappresentato dalle personalita’ indicate da Monti’. ‘Capisco il disagio del Pd, che si e’ infilato da solo in un labirinto intricato e non sa come uscirne – commenta invece il capogruppo del Pdl in Vigilanza, Alessio Butti – ma ormai i nomi sono stati indicati e la commissione dovra’ essere convocata’.
Sullo sfondo resta anche un altro nodo politico: il no del Pdl a Luigi Gubitosi nuovo dg. Dopo il fuoco di fila dei commenti a caldo di ieri sera, oggi il segretario del partito, Angelino Alfano, pur parlando di ‘ottimi nomi’ fatti da Monti, si chiede apertamente ‘perche’ sia stata sostituita Lorenza Lei che aveva ottenuto ottimi risultati aziendali. E un’azienda si misura per i risultati’. Qualche frizione anche sulle modifiche alla governance annunciate dal premier: ‘Leggendo attentamente le parole di Monti – chiosa Butti – si evince un po’ di confusione: quello che indica non e’ una modifica dello statuto per attribuire diversi poteri al presidente, ma di fatto una modifica al Testo unico della radiotelevisione, dunque alla legge. Credo che nei prossimi giorni un po’ di chiarezza debba essere fatta, pur senza polemizzare’.
Discussione su questo articolo