Nello scambio di accuse quotidiano fra partiti, tipico della campagna elettorale, spicca ancora una volta il botta e risposta fra Mario Monti e Pier Luigi Bersani. Pomo della discordia, stavolta, l’eta’ del Pd: ‘I vecchi partiti’ sono incapaci di ‘offrire una visione nuova negli interessi dei cittadini come noi della societa’ civile’, attacca il professore da Nola (Napoli), durante un tour che dimostra come il professore punti sulle regioni chiave per il Senato (Campania, appunto, oltre a Lombardia, Veneto e Sicilia) per condizionare il dopo-voto. Il Pdl, prosegue il premier, e’ nato nel 1994 e pur se ‘non vecchio’ non e’ ‘neanche nuovo’, ma e’ contro il Partito Democratico che scaglia la freccia avvelenata: e’ stato ‘fondato nel 1921′, aggiunge il premier, rimarcando implicitamente che il partito di Bersani non si e’ allontanato molto dal Pci di Bordiga e Gramsci.
Frasi che lo stesso candidato premier cerca di ridimensionare al suo arrivo a Salerno: ‘Non sono stato ben inteso, intendevo riferirmi alla novita’ della nostra proposta politica che non puo’ pretendere di avere il passato glorioso di altri partiti, come il Pd’, spiega ai cronisti. Poi, via Twitter, aggiunge: ‘Manteniamo la serieta”. Ma la frenata non basta a evitare la doppia rispostaccia di Bersani e Renzi che, nel loro primo comizio congiunto sul palco di Firenze, rispondono per le rime: ‘O girano promesse o aggressioni: un po’ di bastonate, come suggeriscono i guru’, premette il segretario, ironizzando sul consulente statunitense ingaggiato dal professore per la campagna elettorale. ‘Da 15 giorni Monti di trova un difetto al giorno: quella di oggi sul Pd nato nel ’21 e’ veramente infelice. Si puo’ dire di tutto. ma non ferire un progetto di cui non ha neanche una vaga idea’, aggiunge Bersani. Il sindaco di Firenze gli da’ manforte: ‘Oggi Monti ha detto che il Pd e’ nato nel ’21… deve aver confuso con la sua carta d’identita’…’, ironizza Renzi, che aggiunge velenoso: ‘Forse non ha capito che Fini non e’ quello dei tortellini ma quello della Bossi-Fini’.
Stoccate volano anche fra Monti e Berlusconi. Il Cavaliere lo accusa di aver sfruttato la visita ad Angela Merkel per ragioni elettorali: ‘Un po’ di teatro c’e’ stato. Io potevo affrontare le questioni per telefono’, afferma l’ex premier, che aggiunge tranchant. ‘Monti e’ un burocrate passeggero che se ne andra’ presto a casa’. Ma e’ sul fronte fiscale che il Cavaliere punta per togliere consensi sia al centro che a sinistra: ‘Con Monti e Bersani le tasse andranno alle stelle, su questo i loro programmi coincidono’, attacca l’ex premier. E puntuale arriva la replica del professore: ‘Alcuni spiritosi – dice con implicito riferimento a Berlusconi e Alfano – dicono che vado a Bruxelles, Berlino e a Parigi per motivi elettorali’, ma ‘vado a garantire l’Italia e in primo luogo il Sud nella battaglia sui fondi comunitari per i prossimi 7 anni’. Anche Bersani si toglie qualche sassolino dalle scarpe: nei confronti del leader del Pdl ma non solo. ‘In questa campagna ci giochiamo la possibilita’ di essere alternativi ad un sistema che e’ durato per 20 anni: a portarci alla rovina non e’ stato Berlusconi, ma quel meccanismo personalistico e populista che crea rigidita’ ed e’ pericolosissimo’.
Nel ‘tutti contro tutti’ entra anche Nichi Vendola che se la prende soprattutto con Monti: ‘Il suo civismo e’ a corrente alternata’ visto che ‘sta proponendo l’ingovernabilita”, attacca il leader di Sel, secondo il quale ‘il riformismo’ dovrebbe ‘migliorare vita, non peggiorarla’ come ha fatto agli esodati. Intanto pero’ il governatore perde pezzi, con diversi esponenti del partito (come Gianni e Fotia) che passano con Antonio Ingroia.
































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