E’ un Pd in agitazione quello che guarda alla ‘gestazione’ del governo targato Matteo Renzi. Un Pd nel quale, dopo 24 ore di apnea, le tensioni interne sembrano essere riemerse a galla, con Pippo Civati che avanza perfino l’ipotesi di uno strappo. E mentre la minoranza di area Cuperlo annuncia una sua agenda da presentare al neo-premier i dem guardano con un filo di preoccupazione alle elezioni delle segreterie regionali di domani, primo vero test sull’elettorato dopo la drammatica direzione consumatasi giovedi’ a Largo del Nazareno. Ma e’ soprattutto Pippo Civati – che con altri 15 dem voto’ "no" al documento proposto da Renzi giovedi’ – ad animare le acque del Pd, prima non assicurando che dara’ la sua fiducia al governo Renzi e poi lanciando una provocazione, sul suo blog, in merito alle voci di contatti tra il Pd e Forza Italia. "Lo scrivono parecchi giornali: Renzi avrebbe sentito Verdini (dico Verdini) per poter ridimensionare Alfano con qualche senatore. Ecco io personalmente l’avrei gia’ smentita questa mattina", scrive Civati sul suo blog. E la smentita arriva nel pomeriggio, ed e’ secca. "Non ci sono contatti o trattative in corso tra il Pd e Fi sul tema della composizione del governo. Una cosa e’ il piano delle riforme istituzionali, altro e’ il piano del nuovo governo", precisa il portavoce del Pd Lorenzo Guerini.
Resta pero’ il dubbio sul voto di Civati (che potrebbe trascinarsi un drappello di parlamentari della sua area, si dice) alla Camera sul governo Renzi. In caso di "no" alla fiducia, Civati certificherebbe quello strappo al Pd che gia’ in queste ore paventava con un post sul suo blog dal titolo "Quasi quasi fondo il Nuovo Centro sinistra".
Strappo sul quale l’ex alleato del ‘rottamatore’ fiorentino e’ tornato questa mattina, precisando: "Qualcuno dice che io vorrei fare la scissione, ma mi pare che la scissione l’abbiano fatta gli altri rispetto alle proprie promesse e ai propri elettori". Intanto, anche dalla minoranza di area cuperliana arrivano segnali, non di rottura, ma di una proposta politica che motivi il suo voto pro-Renzi di giovedi’. E una agenda programmatica, annuncia Stefano Fassina, sara’ presentata nelle prossime ore al premier in pectore su questioni come il welfare, un intervento straordinario per l’occupazione giovanile, la politica industriale e quella macroeconomica da rinegoziare con Bruxelles. Temi sul quale la sinistra del Pd vuole dire la sua e motivare il sostegno a Renzi come segno di una vera svolta nei contenuti. Anche perche’, spiega Fassina, nella direzione di giovedi’ si e’ consumata "una ferita profonda". E a testimoniarlo e’ anche la ventina di militanti giunti oggi a protestare a Largo del Nazareno.
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