L’INTERVISTA | Crosetto (Fdi): “La guida del centrodestra? Giorgia oggi ha più consenso di Salvini”

Inoltre sottolinea che l'atteggiamento di lotta e di governo di Matteo Salvini "un po' è frutto del suo carattere, ma è anche una tattica che sta usando come fanno molti”

Guido Crosetto, uno dei fondatori di Fratelli d’Italia, in una intervista a Repubblica commenta il voto alle amministrative di domenica scorsa: “Uccisi da questo voto non ce ne sono. Se però la guida va a chi ha più consenso, oggi è Giorgia Meloni ad averlo. L’anno scorso lo aveva Salvini, cinque anni fa Silvio Berlusconi”.

Adesso “il centrodestra deve ritrovare le ragioni per presentarsi unito, con parole d’ordine, strategia e metodi comuni, imparando a rispettarsi e convivere tra forze diverse”, “serve crescere per non essere attaccabili con l’accusa di non avere classe dirigente all’altezza, ad esempio. O per non prestare il fianco con altri difetti”, “uno che posta la sua foto col saluto romano fa per prima cosa un danno a Meloni: sono atteggiamenti cretini e pericolosi che inquinano un partito. Poi mi lasci dire: un ventenne nostalgico oggi mi fa schifo e anche un po’ pena”.

“Il tema è mettere insieme forze diverse, con peculiarità e sensibilità diverse in una coalizione, non in un partito. Il centrodestra non deve rappresentare solo la destra, ma anche i cattolici, il mondo liberale, i federalisti. Tutti quelli che hanno una visione alternativa alla sinistra”.

Matteo Renzi lo vede ormai “cooptato” nel centrosinistra? “La scelta sarà sua, però quella di Enrico Letta invece mi pare chiara, iI segretario del Pd cercherà magari di far entrare nel nuovo Ulivo M5S, Renzi, Calenda, Leu ma pure Fi, Gianfranco Rotondi, Maurizio Lupi. Fosse per lui metterebbe insieme il 100% dell’arco parlamentare…”.

A proposito di Carlo Calenda: è di destra, sinistra, centro? “Mi pare si sia schierato lui stesso appoggiando Roberto Gualtieri e utilizzando verbi al plurale tipo ‘dobbiamo’, ma se lo dico poi si arrabbia”.

Inoltre sottolinea che l’atteggiamento di lotta e di governo di Matteo Salvini “un po’ è frutto del suo carattere, ma è anche una tattica che sta usando come fanno molti. Magari nel Pd sono più scafati e non si espone direttamente il segretario ma un ex ministro. Comunque lui è quello che ha più difficoltà anche perché una parte di maggioranza gli è chiaramente ostile”.

Il governo Draghi è colpevole di queste divisioni? “In qualche modo mette in difficoltà tutti i partiti, Fdi forse meno perché è all’opposizione. Però vale per tutti: quando tu hai un Parlamento che in due giorni deve approvare un provvedimento importante emanato dal governo allora a cosa serva il tuo voto, tu elettore, te lo chiedi. Questo sistema ha messo in crisi il modello democratico e partitico. Poi la capacità di reazione di alcuni partiti è diversa, il Pd ad esempio è cintura nera nel fare buon viso a cattivo gioco, punta sempre a unificare tutti pur di restare al governo”.