Il Consiglio federale della Lega Nord è iniziato a Milano, in via Bellerio, poco dopo le 14. Presenti tutti i ‘big’ del partito, a cominciare dal segretario Roberto Maroni, il presidente Umberto Bossi, e i due governatori di Veneto e Piemonte, Luca Zaia e Roberto Cota. Il massimo organo esecutivo del Carroccio si è riunito per esaminare il risultato elettorale delle politiche che ha acuito le tensioni tra le diverse ‘anime’ venete del partito. Sul tavolo le dimissioni da segretario di Maroni: il governatore neo eletto aveva annunciato che avrebbe fatto un passo indietro, sia in caso di vittoria che di sconfitta alle regionali. Ma la decisione del Consiglio – durato circa due ore e mezza – è stata chiara: Maroni resta segretario della Lega Nord, le sue dimissioni sono state respinte all’unanimità, ad eccezione dello stesso Maroni. La durata del mandato del segretario federale sara’ quella prevista dallo statuto, ovvero nel 2015.
Una decisione, quella di lasciare Maroni nel ruolo di segretario, presa anche dopo avere considerato “il momento di incertezza politica nazionale”, come si legge in un comunicato leghista. Ora come mai è necessario “assicurare stabilita’ e unita’ al movimento”, con “l’obiettivo di dare rapida attuazione al progetto della macro regione del Nord”. Proprio a questo fine, “è stata deliberata la costituzione di un comitato strategico”, di cui faranno parte i tre governatori di Piemonte, Lombardia e Veneto, i capigruppo dei rispettivi consigli regionali, oltre ai presidenti dei gruppi parlamentari alla Camera e al Senato e quello della delegazione al Parlamento Europeo.
































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